Analisi del Singolo: Mario Rui del Napoli

24.07.2017 21:31 di Redazione FS24 Twitter:    vedi letture
Fonte: assoanalisti.it
Analisi del Singolo: Mario Rui del Napoli
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Provare a fare un’analisi di Mario Rui dopo l’annata disastrosa passata a Roma a causa della lesione anteriore del ginocchio sinistro durante un allenamento a Boston che lo ha portato a perdere addirittura il posto da titolare a favore di Emerson Palmieri, pupillo di Luciano Spalletti.

In sintesi il portoghese, da poco passato al Napoli ed intenzionato a conquistare la fascia sinistra partenopea e della nazionale guidata in campo da Cristiano Ronaldo in vista del mondiale in Russia della prossima estate, è un terzino moderno, breve e rapido che corre ad un’altissima frequenza. Bravo in proiezione offensiva e dotato di un’ottima tecnica di base, spesso e volentieri nei ripiegamenti difensivi nonostante degli interventi precisi il suo carattere esuberante lo porta a prendere qualche cartellino di troppo.

 

Fase difensiva

 

Partiamo dalla statistica di più facile lettura: essendo Mario Rui alto appena 1.70, sui duelli aereii fatica non poco ed è difficile che riesca a rubare il pallone in un contrasto volante all’avversario.

 

 

Quella della fase difensiva è sicuramente la più grande pecca dell’ex calciatore dell’Empoli e solo la sua sagacia tattica gli permettere di non incorrere in errori grossolani, oltre che alla sua enorme rapidità con la velocità massima raggiunta grazie ad un numero di giri delle gambe altissimo. Agisce principalmente come esterno basso nella difesa a 4 ma può agire anche da ala in un 4-4-2 o in un 3-5-2.

 

 

 

Bravo a compiere diagonali difensive ma soffre le sovrapposizioni dei terzini avversari e perde numerosi duelli in 1vs1 perché la copertura della profondità del portoghese non è delle migliori. Quando è fuori posizione fa affidamento al suo tempismo negli interventi e alla sua velocità ma l’arma più sorprendente che si può notare nei video sottostanti è la sua forza nelle gambe, che unita ad un baricentro molto basso, fa sì che Rui, una volta presa la posizione su un intervento difensivo per recuperare il pallone difficilmente si lascia superare da un avversario. Buone le sue diagonali difensive.

 

 

 

Fase offensiva

 

Come detto, è un terzino moderno dall’ottima tecnica e visione di gioco. Più che un terzino di profondità, è un regista esterno bravo a gestire il pallone con un piede educatissimo.

 

 

 

Preferisce il passaggio semplice che usa in maniera accurata ed infatti ha una percentuale altissima di riuscita in questo fondamentale, circa il 92%, ma sia all’Empoli di Giampaolo e prima ancora di Sarri, sia in particolar modo nelle poche occasioni viste con Spalletti, ha provato una soluzione rapida e di prima sull’asse mancino con degli ottimi risultati: una verticalizzazione difesa-centrocampo-ala offensiva che ha poi portato al gol in molte occasioni, come per esempio il gol di Dzeko su assist di Salah che potete vedere di seguito, nato però da un cross di Mario Rui.

 

 

 

Il cross è per l’appunto il fondamentale maggior richiesto per un terzino e Rui grazie al suo mancino educato riesce a creare ottime occasioni per i propri compagni di squadra. A Roma però il suo traversone poteva essere sfruttato appieno grazie alla potenza fisica di Dzeko come terminale offensivo ma a Napoli il suo maggior difetto in proiezione offensiva potrebbe essere limitante per lui: Mario Rui non punta quasi mai il fondo, crossa dalla trequarti e questo tipo di soluzione per il gioco del Napoli è poco utile dato che Mertens non ha un gran fisico.

 

 

 

Considerazioni finali

 

Mario Rui è un ottimo terzino, veloce e moderno, con un grandissimo piede mancino ma probabilmente a Napoli dovrà modificare leggermente il suo modo di giocare dato che Sarri, che comunque conosce benissimo, predilige un terzino che punti il fondo. La qualità della sua sovrapposizione sarà comunque un’arma in più per il gioco del tecnico toscano e l’unico dubbio che può venire è sull’alternanza co Ghoulam dato che il portoghese, a differenza del partente Strinic, non è un’alternativa all’ex Saint-Etienne, bensì una vera e propria sostituzione, condividendo con il titolare punti di forza e punti deboli.

Ha grosse qualità e grossi difetti che può limare, come la copertura della profondità ma probabilmente il suo carattere irruente lo trascinerà sempre oltre i limiti e gli farà beccare dei cartellini.

Da valutare le condizioni del ginocchio.