Andy Penney: "Il talent scout guarda il suo uomo, non guarda la partita"

11.02.2020 09:50 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Andy Penney: "Il talent scout guarda il suo uomo, non guarda la partita"
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© foto di Diego Fornero/TorinoGranata.it

In un articolo dal titolo "Searching for the next Lionel Messi: The life of a football scout" il giornalista della BBC Nabil Hassan descrive la giornata del talent scout Andy Penney in forza al Bournemouth e impiegato nei settori giovanili da ventuno anni.

Penney, dopo una giornata di scouting (si occupa di talenti dai 7 agli 8 anni), fornisce un report al suo diretto superiore Matty Holmes (ex centrocampista di Bournemouth e West Ham). Le relazioni includono sempre un'analisi dettagliata dei punti di forza di un giocatore e di debolezza e la risposta ad una domanda chiave: "Gioca con il sorriso sulle labbra?"

Andy Penney guadagna 25 sterline se il giocatore viene ingaggiato dalla Bournemouth più un piccolo salario fisso, come attività principale è impiegato una società di manutenzione. Ha la sua rete di contatti compsta dai managers delle squadre giovanili, genitori e altri scout. La paga per i talent scout è abbastanza scarsa, ma i tactical scouts sono addirittura tra i peggio pagati del mondo del calcio. L'autore dell'articolo cita Michael Calvin, auore del libro The Nowhere Men, una famoso libro sullo scouting in cui viene descritta una giornata tipo del tactical scout Steve Jones: "Il report sulla squadra avversaria è di 13 pagine, 1700 parole e l'ha finito dopo mezzanotte. Ha lavorato per otto ore e ha ricevuto 4 sterline, perchè di fondo c'è un rimborso di 40 penny a miglia".


Il talent scout Penney rivela al giornalista della BBC anche cosa cerca in un giovane talento: "Ricerca della palla, entusiasmo e controllo sono le basi. Equilibrio, consapevolezza e la fantasia sono omaggi graditi"

Mentre citando Calvin l'articolo riporta le riflessioni del capo scout del Liverpool Mel Johnson: "Lo scout guarda il suo uomo, non guarda la partita"


Lo stesso Calvin affronta la questione del video-scouting: "Scout7 e WyScout sono incredibili, hanno database con circa 160.000 giocatori, puoi prendere un video in un istante, ma non possono darti un quadro complessivo o l'esame del contesto. Avremo sempre bisogno degli scout della vecchia scuola. Non c'è fascino in questa figura o a limite molto poco: questi ragazzi stanno in autostrada all'una di notte con un pasticcio di maiale come compagnia. C'è una frase che gira tra gli scout: 'Se la tua auto non ha fatto 200.000 mila miglia in tre anni non sei veramente uno scout'. Danno l'impressione di esser rigidi, ma sono tra gli ultimi romantici del calcio. La vecchia scuola di scout ha un approccio intuitivo al calcio: vedono o a volte sentono qualcosa di speciale. C'è qualcosa che cattura la loro, la gente crede che loro possano vedere delle cose che gli altri non riescono a cogliere. Si tratta di un processo intimo, tutti che mi ha sorpreso"