Serie A, due ricette per curare il nostro calcio: giovanili o scouting?

07.08.2014 13:35 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: Jacopo Bertone- sportcafe24.com
Serie A, due ricette per curare il nostro calcio: giovanili o scouting?

Mentre il palazzo discute di gaffe, proposte ed elezioni, il campo va avanti, esattamente come fa da tanti anni tentando di cavarsi da solo fuori dagli impicci in cui spesso sono proprio i burocrati ad infilarlo; Atalanta eUdinese sono due splendidi esempi di come la forza delle idee e della voglia di fare possa abbattere il gattopardesco sistema dove tutto cambia ma ogni cosa resta uguale.

GIOVANI NERAZZURRI – “Lealtà, credibilità e correttezza rappresentano i valori etici e i principi fondanti dell’Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A.” queste le parole con cui inizia il lungo codice etico a cui ogni neo-atalantino deve rifarsi per dimostrarsi all’altezza della Dea, ragazzini delle giovanili in primis. Il progetto Atalanta parte da un concetto tanto giusto quanto semplice, dalla convinzione che i giovani debbano VERAMENTE essere il futuro e non solo uno strumento per mantenere i vecchi al top, da qui nascono la partnership con le scuole di Bergamo, l’allestimento del modernissimo Centro Bortolotti di Zingonia, il progetto che regala una maglia nerazzurra a ogni neonato dell’ospedale di Bergamo e tutte le altre piccole iniziative che avvicinano il mondo nerazzurro a quello di chi guarda il calcio come un sogno e non ancora come una professione. Montolivo, Pazzini, Consigli, Gabbiadini, e Lazzarisono solo alcuni dei nomi che hanno scelto l’Atalanta per incominciare il loro viaggio nel mondo del pallone, senza voler scomodare mostri sacri come Donadoni o lo stesso Gaetano Scirea, questo per dimostrare che la filosofia della squadra del presidente Percassi va avanti da moltissimo tempo, nella convinzione che per costruire l’ossatura di un gruppo vincente si debba partire da giovani, italiani e con i giusti valori morali a cui far riferimento: il mantra di chiunque abbia il cuore a tinte nerazzurre.

SCONOSCIUTI BIANCONERI - Diciamoci la verità: ogni anno, alla prima giornata di campionato, leggiamo la formazione titolare dell’Udinese e rimaniamo tutti un po’ attapirati. Troppo variopinti quei nomi, troppo poco familiari quelle facce, eppure sotto la sua casacca bianconera c’è un ragazzo che arriva da lontano e che molto probabilmente arriverà molto lontano. Non importa se provieni dall’Africa, dal Sud America o magari dallaScandinavia, perchè se sai giocare a calcio e hai bisogno di spazio per maturare, all’Udinese si accorgeranno di te, lo fanno da quasi 30 anni. Da quando la famiglia Pozzo ha rilevato la società nel 1986, infatti, è stato promosso un progetto di scouting che copre sostanzialmente tutto il mondo, con centinaia di DVD e reportage che nel corso degli anni sono arrivati in Friuli, contenenti le valutazioni di un certo Alexis Sanchez, o di Kwadwo Asamoah o magari di Roberto Pereyra. Con l’affluenza costante di questi giovanissimi e talentuosi giocatori e grazie all’innesto di qualche veterano qua e là, l’Udinese ha costruito un modello di eccellenza a livello mondiale, che ha permesso alle “zebrette” di arrivare molto spesso in Europa, a volte assaporando anche l’aria della Champions League! Anche qui tanti giovani quindi, dietro le cui spalle ci sono gli occhi di persone attentissime e qualificate intenti a valutarli, per affermarsi ad Udine, prima, e coronare i propri sogni futuri, poi : questa è la filosofia bianconera.