Calcio italiano e quello tedesco: vi prego non facciamo i moralisti

23.10.2014 22:14 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: www.footballscouting.it
Calcio italiano e quello tedesco: vi prego non facciamo i moralisti

Siamo passati dall’euforia, alla tristezza totale nel giro di tre settimane. I giorni in Champions League di Roma e Juventus sono destinati a far discutere da qui fino alla prossima tornata europea, se così posso chiamarla. Tutti a prendersela con il calcio italiano, sempre pieno di polemiche causa rigori concessi, gol in fuorigioco e tanto altro ancora. Io, personalmente, non la penso così. Le due squadre citate in precedenza hanno buone possibilità di passare il turno e, parliamoci chiaro, sarebbe una sorta di vittoria per l’intero movimento calcistico tricolore. Gli uomini di Garcia, se ritrovano l’umiltà che possedevano fino a sabato, possono tranquillamente fare bella figura a Monaco di Baviera e battere CSKA Mosca e Manchester City. Il ko, dalle grandi proporzioni subito martedì, è frutto dell’arroganza che ha accompagnato Totti e compagni subito dopo la gara vinta contro il Chievo. A Trigoria, forse, pensavano di potersela giocare alla pari contro Robben e compagni, capaci di inanellare successi negli ultimi anni. Questo pesante ko servirà, eccome se servirà.

La Juventus, invece, si conferma squadra allergica all’Europa. Resta da capire il perchè, anche in virtù di molte finali disputate prima del 2006, quando scoppiò lo scandalo denominato “Calciopoli” (preferisco non approfondire, altrimenti scriverei 34 libri di seguito). Ad Atene, gli undici allenati da Allegri, dopo un bruttissimo primo tempo hanno trovato sulla sua strada un portiere, Roberto che, fino a ieri pomeriggio all’Olympiakos, era ricordato più per i suoi tatuaggi sulle braccia che per le parate. Anche la Vecchia Signora, comunque, se dovesse vincere le prossime partite (le più importanti le gioca allo “Juventus Stadium”) approderà agli ottavi di finale. Dunque non facciamo i moralisti e guardiamo in faccia la realtà, senza catastrofismi che si vedono solo da Trieste a Trapani.

E la differenza tra calcio italiano e quello tedesco? Beh, sta a monte. Sapete già a chi mi riferisco.