ESCLUSIVA FS24 – Mignano: “In Italia lo scouting giovanile è costo e non risorsa: da qui nasce la differenza con gli altri Paesi”

01.05.2017 12:00 di  Alessio D'Errico   vedi letture
ESCLUSIVA FS24 – Mignano: “In Italia lo scouting giovanile è costo e non risorsa: da qui nasce la differenza con gli altri Paesi”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se al giorno d’oggi lo scouting a livello professionistico ed internazionale è supportato da numerosi aiuti tecnologici che hanno fatto perdere, in grossa misura, la vecchia accezione di scout come persona che visionava costantemente sui campi i calciatori, lo scouting giovanile resta ancora in questa forma pura. Per parlare proprio di scouting giovanile la redazione di FootballScout24 ha contattato, in esclusiva, lo scout Raffaele Mignano

Lo scouting a livello alto è più o meno conosciuto a tutti: quali sono le difficoltà e le sfaccettature, invece, riguardanti lo scouting giovanile?

“Credo che lo scouting giovanile sia fondamentale per la crescita di una società, soprattutto se il budget è limitato bisogna coinvolgere osservatori che, oltre ad avere conoscenze e preparazione, siano dotati di disponibilità e passione, penso che la passione sia alla base di questa attività, e le società devono capire che lo scouting non è un costo ma una risorsa”.

 

Spesso e volentieri, ragazzini anche di 10/12 anni, vengono caricati di pressioni mediatiche ed esposti al vortice del web. Che opinione si è fatto sulla continua esposizione dei ragazzi piccoli sul web?

“Si vive in un'era in cui la tecnologia ed il web ci accompagnano quotidianamente in tutte le fasi della nostra giornata; credo che un ragazzino di 10/12 anni debba rimanerne completamente fuori, deve vivere il calcio come la passione della sua vita, deve pensare a divertirsi, a creare gruppo con i compagni: a questa età il calcio come tutto lo sport in generale deve essere motivo di aggregazione.”.

In molti ambiti l'Italia, rapportata a paesi europei calcisticamente sviluppati come Germania, Spagna ed Inghilterra, risulta sempre un gradino più in basso. Per ciò che concerne lo scouting giovanile è così? Se sì quali sono le differenze sostanziali che lei ha riscontrato con la sua esperienza?

“In effetti se si va a rapportare lo scouting in Italia rispetto a quello fatto in Inghilterra, Germania e Spagna ci si accorge subito di alcune differenze sostanziali: le risorse immesse da una società per il settore giovanile in questi paesi sono nettamente superiori a quanto accade in Italia e le strutture nel nostro paese non sono all'avanguardia rapportate ai paesi concorrenti, sostanzialmente per me la differenza è questa "credere poco nello scouting e nel settore giovanile" e non penso assolutamente che le nostre problematiche derivino dalla mancanza di talenti”.