Traverso: "Eddy Salcedo? Auspocabile una buona carriera in serie A"
Appena qualche settimana fa, la nuova Inter targata Suning, sembrava pronta a investire molti, moltissimi milioni per Pellegri e Salcedo (per entrambi si è parlato di un investimento di circa 60 milioni totali tra cash e bonus futuri). I più dubbiosi ci dicono che le cifre circolate in quei giorni, non sono assolutamente consone all'età e alle qualità dei due genoani. Quindi la domanda che ci poniamo oggi è la seguente: giusto o sbagliato sparigliare il mercato in questo modo, aumentando (di conseguenza) a dismisura le responsabilità su questi due talentini?
Se da una parte i nerazzurri hanno giustamente intenzione di programmare il futuro acquisendo in anticipo le prestazioni di due futuri campioni - almeno sulla carta - il rovescio della medaglia ci dice invece che si tratta pur sempre di ragazzini, che vivono una vita da sedicenni e che questo continuo vociferare sulle loro valutazioni milionarie potrebbero veramente destabilizzare la loro crescita professionale.
A tal proposito abbiamo ascoltato con piacere il parere di chi, da ormai diversi anni, lavora con giovani calciatori, ma soprattutto la persona che ha visto nascere - calcisticamente parlando - uno dei due ragazzi in questione. Rudi Traverso, allenatore presso la società dilettantistica "Merlino 8 Marzo", ci racconta qualcosa di più su Salcedo Mora, attaccante 15enne, in questi giorni in ritiro con la Prima squadra del Genoa, entrato nei radar di mercato di Ausilio e Sabatini.
PdC: Partiamo dalla fine. Secondo lei è una valutazione verosimile quella data ai due ragazzi genoani Pellegri e Salcedo?
RT: È qualcosa che ha lasciato tutti stupiti. Parlando con i dirigenti del Genoa - con i quali mantengo ancora adesso i contatti, grazie alla qualità della nostra scuola calcio che negli anni ha fornito diversi ragazzi ai rossoblu e alla Samp - è stata proprio la valutazione di Salcedo a far discutere, perché comunque Pellegri ha già esordito in Serie A. Michele Sbravati (responsabile del settore giovanile del Genoa - ndr) mi ha confermato che quest'anno Salcedo ha fatto un campionato incredibile, con tanti gol e molti assist: insomma un giocatore che fa reparto da solo, che gioca per sé e per la squadra. Nella fase finale del campionato, contro il Milan, ha giocato benissimo tanto che tutti gli osservatori presenti in tribuna si sono complimentati con la società per la qualità del suo gioco. Probabilmente questa voce è arrivata anche all'Inter che ha voluto mettere nel pacchetto con Pellegri anche lui. Concludendo, penso che siano valutazioni non veritiere ed esagerate per motivi che non conosco.
PdC: Queste valutazioni, in qualche modo, possono destabilizzare la loro crescita professionale caricandoli di eccessive responsabilità?
RT: Sono molto affezionato a questo ragazzo e da quando è al Genoa la sua crescita è stata esponenziale. Adesso che è in ritiro con la Prima squadra mi telefona spessissimo e ci scambiamo messaggi perché tra di noi è rimasto un rapporto di affetto e amicizia e un consiglio da parte mia lo accetta sempre ben volentieri. Io gli dico sempre di impegnarsi e di non farsi trascinare da sirene o altre cose che lo potrebbero distrarre, perché questa potrebbe essere un'occasione unica.
PdC: È stato il primo allenatore di Eddy Salcedo. Ci racconta che tipo era - caratterialmente e tecnicamente - durante i suoi primi approcci col pallone?
RT: Un bambino che portava sempre con sé il pallone, anche al supermercato. Vedendolo muoversi in campo durante una partitella tra amici, ho visto qualcosa di particolare in lui: cambi di passo immediati, velocità, forza fisica e una grande tecnica. Ma secondo me quello che allora faceva la differenza con i suoi pari età, era la furbizia. Anche parlando con i suoi genitori veniva spesso fuori quest'aspetto: rispondeva sempre a tono e ti diceva quello che ti doveva dire a muso duro, se necessario. Un carattere forte. Tutto questo, fortunatamente lo trasmetteva anche in campo. Inoltre aveva una capacità innata di mettere in pratica, in modo immediato, tutti i nostri insegnamenti. Da vero attaccante, sapeva come muoversi e mandare a vuoto i difensori avversari. Vi racconto un episodio: all'età di 9 anni ricordo che tendeva a stoppare il pallone solo con l'interno piede, allora, durante un allenamento infrasettimanale, gli proposi di farlo anche con la suola, per guadagnare qualche decimo di secondo sulla giocata e quindi sull'avversario. Il sabato successivo, controllò proprio di suola un pallone proveniente da destra e fece gol con uno scavino, mandando a vuoto il portiere. Poi venne in panchina e mi disse:"Dicevi così di fare lo stop?".
PdC: È riuscito a mantenere i contatti e a seguirne la carriera al Genoa?
RT: Sono sempre in contatto con lui e col Genoa, perché spesso viene qualcuno della società a visionare i nostri ragazzini. A lui, però, tengo particolarmente. Per farvi capire: quando ebbe un principio di tallonite, gli comprai un tutore e lo portai da un fisioterapista; spesso lo passavo a prendere in moto da casa e andavamo insieme agli allenamenti. Un bel rapporto di amicizia che ancora continua.
PdC: Se la trattativa andrà in porto, sarà un giocatore dell'Inter. Lei che lo ha visto nascere calcisticamente, mi sa dire dove può arrivare questo ragazzo e quali potrebbero essere in futuro i suoi punti di forza?
RT: Come dicevo prima, nella fase finale dello scorso campionato, mi è stato riferito che ha dato veramente spettacolo. Con me è stato sempre un fenomeno. Avevamo una squadra fortissima e lui era la ciliegina sulla torta, faceva la differenza. Abbiamo vinto partite per 6-0 con 6 gol suoi; quando iniziava una partita sapevamo già di partire con un vantaggio di 2-3 gol dei suoi. Poi però ha avuto un piccolo calo fisico dovuto allo sviluppo, ma adesso le cose sono di nuovo cambiate ed ha sviluppato una grande forza fisica. Non voglio mettere limiti alla sua crescita, ma vedendolo giocare in ritiro con la Prima squadra e se la sua crescita sarà costante, credo che, se non sarà il prossimo anno, in quello successivo lo vedremo presto tra i grandi. Ricordiamoci che compirà 16 il prossimo ottobre e che mister Juric ha molta stima di lui e di Pellegri. Quindi credo che in futuro una buona carriera in Serie A è auspicabile anche perché ha ancora enormi margini di miglioramento.
PdC: Il suo modo di giocare le ricorda qualche giocatore in particolare?
RT: Se devo essere sincero, come tipo di gioco e fatte le dovute proporzioni, penso possa assomigliare ad un giocatore alla Cruijff, cioè non proprio una prima punta. Una caratteristica di Eddy che associo al campione olandese è quella di capire in anticipo dove andrà il pallone e come si disporranno gli avversari, in modo da prenderli controtempo, posizionandosi sempre nel punto giusto e svariando su tutto il fronte d'attacco. Con me, quando giocava a sinistra (nelle partite 7 vs 7 - ndr), rientrava col destro per la conclusione in porta; in posizione centrale, spalle alla porta, teneva benissimo la palla in attesa del compagno; a destra, andava spesso al tiro di prima incrociando il pallone. Insomma, può giocare in tutti i ruoli dell'attacco.