Dal Sant'Orso all'Inter: l'intervista a Gian Marco Gabbianelli

26.08.2013 04:10 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alberto Bartozzi - www.viverefano.com
Dal Sant'Orso all'Inter: l'intervista a Gian Marco Gabbianelli

Dopo le interviste a Filippo Romagna, che nel frettempo ha fatto il suo esordio in amichevole con la primavera Juventus, e ad Enrico Battisti torniamo a parlare di calcio e calciatori intervistando Gian Marco Gabbianelli, classe 1994, attualmente in forza al Pro Patria e nelle giovanili dell'Inter da quando aveva 16 anni.

Ciao Gian Marco, tu oggi sei un calciatore giovane, ma già con una certa esperienza... Come è cominciato tutto?

Tutto è iniziato quando avevo 5 anni ed ho iniziato a giocare a calcio, a Fano, con la squadra di Sant'Orso. Sono rimasto lì fino ad 11 anni, poi ho iniziato a fare il pendolare: studiavo a Fano e giocavo a Rimini, a 14 anni ho iniziato a fare le scuole superiori a Pesaro, ma sono comunque rimasto a giocare a Rimini, fino a 15 anni.

Una bella forza di volontà...

... Sì! Quando andavo a scuola a Pesaro partivo la mattina alle 7, poi prendevo il treno per andare a Rimini e la sera tornavo a casa alle 19. Questo 3 o 4 volte a settimana. In parte lo devo anche a mio fratello, che mi ha spronato e mi ha aiutato a realizzare questo sogno. Anche i genitori mi hanno sempre aiutato e mi hanno sempre lasciato libero di scegliere.

E a 15 anni ti hanno chiamato all'Inter?

Più o meno sì. La prima chiamata è stata fatta dal Parma a metà stagione, ma ho rifiutato. A stagione finita sono stato 5 giorni a Vinovo per vedere le giovanili della Juventus ed altri 3 giorni a Milano per l'Inter. Mi avevano contattato anche dall'Atalanta. Ho scelto Milano e l'Inter, anche con il suggerimento del mio procuratore, perchè secondo lui se volevo diventare bravo dovevo giocare con i migliori ed i migliori erano lì.

Come ti sei trovato a Milano? Avevi un appartamento oppure vivevi con i tuoi compagni di squadra?

Il primo anno eravamo una ventina di persone, in convitto. Dal secondo anno ci siamo trasferiti al centro sportivo "Interello", lì ci allenavamo, dormivamo e mangiavamo. L'ultimo anno, invece, l'ho passato in appartamento.

Ok, ma passiamo al calcio. La stagione appena trascorsa tu l'hai passata nella primavera dell'Inter, come è andata?

Non male, personalmente sono riuscito a fare 3 goal in campionato. Con la squadra siamo arrivati terzi nel girone di campionato, ma poi siamo stati eliminati dal Torino durante la fase eliminatoria.

Un'esperienza positiva insomma?

Assolutamente, il bello di giocare in una squadra come l'Inter non sono solo i risultati, ma anche il fatto di aver partecipato al "Next Generation" che è un po' la Champions League delle squadre giovanili. Questo torneo mi ha dato l'opportunità di giocare in Germania, Inghilterra e Norvegia, così ho avuto la possibilità di confrontarmi con diverse culture calcistiche europee.

In che ruolo giochi?

Sono una mezz'ala, ma gioco anche come trequartista e come centrocampista offensivo.

Ma quando si inizia a giocare con squadre di alto livello, non si sente anche la pressione della società e dei tifosi?

Al Rimini direi proprio di no, era un ambiente molto sereno. All'Inter è diverso, delle pressioni c'erano, anche perché l'anno precedente la primavera dell'Inter aveva vinto tutto e - quindi - c'erano grandi aspettative nei nostri confronti.

Quali sono le partite che ricordi come le più importanti?

Di quando giocavo al Rimini ricordo ancora molto bene Empoli - Rimini finita 4 a 2, il due goal del Rimini erano miei... Per quanto riguarda l'Inter, invece, la partita più importante è stata forse Inter - Arsenal, abbiamo perso anche quella per 0 a 1.

Quanti allenamenti a settimana sono necessari per giocare nella primavera dell'Inter?

Quest'anno facevo 5 allenamenti alla settimana in genere, poi dipende anche in base alle partite. Al Rimini avevo iniziato con 3 allenamenti settimanali e poi eravamo passati a 4.

E quanti allenatori hai avuto?

Non riesco a ricordarlo con precisione... Sicuramente non dimenticherò Bernazzani, Gatti e Manicone che era il mio allenatore in seconda, ed ora è il viceallenatore della Lazio in Serie A. Meglio di tutti credo di essermi trovato con Filippo Fabbri, con lui abbiamo vinto il torneo "Marche-Romagna" quando giocavo con il Rimini, però mi sono trovato bene anche con allenatori come Luca D'Angelo e Sergio Zanetti, il fratello di Javier Zanetti.

In nazionale hai mai giocato?

Giocato no, ho fatto 2 stage: prima con l'under 15 e poi con l'under 16.

E calcisticamente parlando, chi è il tuo idolo?

Lionel Messi.

E' a lui che ti ispiri quando giochi?

No. Quando gioco cerco di ispirarmi a Wesley Sneijder, perché ha un ruolo molto simile al mio ed è sicuramente uno dei centrocampisti più forti del mondo. Lionel Messi è bravo, ma è un attaccante, se provassi a giocare come lui non svolgerei bene il mio ruolo.

Hai conosciuto qualche giocatore dell'Inter?

Ne ho conosciuti diversi, in alcune occasioni mi ci sono anche allenato insieme. Conoscere Javier Zanetti è stato come incontrare un mostro sacro del calcio, mentre il più simpatico credo che sia Antonio Cassano, è praticamente impossibile rimanere seri quando c'è lui.

Loro prendono anche stipendi importanti, per chi è più giovane ci sono gli stessi stipendi da capogiro?

Le cifre sono di molto inferiori, loro sono dei fuoriclasse. Io comunque percepisco uno stipendio da quando avevo 16 anni, cioè da quando sono entrato all'Inter.

Avere uno stipendio a 16 anni non è da tutti, ma a cosa hai dovuto rinunciare?

Inizialmente ti sembra di perdere tutto, trasferirsi a 400km di distanza non è semplice quando hai 16 anni, avevo molta nostalgia della mia famiglia poi però sono riuscito ad abituarmi e a rendermi indipendente. Anche con gli amici non è più la stessa cosa, in qualche maniera la distanza ha cambiato i nostri rapporti, tranne con 2 o 3 amici a cui sono davvero legato sento di essere più distante e distaccato dai miei amici di Fano.

La stagione 2013/14 la passerai nel Pro Patria in C1, ma qual'è il tuo sogno?

Qui la risposta è semplice, vorrei diventare un giocare in Serie A.