Chievo, Coordinatore scouting Cantarelli: "Vignato e Rovaglia talenti da tenere d'occhio"

Non solo il "nuovo" Chievo dei miracoli di Maran. Il successo della squadra clivense parte dalle fondamenta. Ed è il settore giovanile il vero fiore all'occhiello dei veneti: al presidente Campedelli il merito di aver dato continuità ad un progetto partito nel 1992, anno in cui prese le redini societarie. Un vivaio calcistico che fa invidia a molti, a tanti, dove lavorano abili professionisti che ogni giorno coltivano il sogno di ragazzini provenienti da tutta Italia. Ma come avviene la ricerca? Ce lo spiega in esclusiva Cristian Cantarelli, ex allenatore e attuale coordinatore scouting del Chievo Verona.
PdC: Buongiorno e benvenuto su Promesse del calcio. Ci può illustrare brevemente di cosa si occupa la sua figura professionale?
CC: Buongiorno. Per quanto riguarda il settore giovanile, coordino il gruppo degli osservatori che operano sul territorio locale e nazionale. Condivido con il Responsabile del settore giovanile - Marco Fioretto - e con il Responsabile Tecnico del settore giovanile - Cristiano Sala - le decisioni sui ragazzi visionati. La mia attività, inoltre, contempla anche la gestione dei rapporti con le società.
PdC: La figura del talent scout affascina sempre di più gli appassionati di calcio, tant'è che in molti sognano di diventarlo, cimentandosi a scovare talenti anche solo per diletto. Lei come è diventato osservatore di calcio professionista?
CC: Il mio è stato un percorso un po’ particolare nel senso che sono arrivato al Chievo Verona nel 1999 come allenatore e dopo qualche anno di lavoro mi è stato chiesto di seguire questo settore inizialmente dedicandomi alle categorie dei piccoli per poi passare a tutte le altre categorie del settore giovanile.
PdC: Quali sono le aree maggiormente "setacciate" dai suoi collaboratori, oltre ovviamente al Veneto e alla provincia di Verona?
CC: Le aree dove siamo maggiormente presenti sono la Lombardia, il Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia. Siamo inoltre presenti, ma con meno risorse, in Umbria, Campania e Marche. L’attenzione maggiore viene comunque riservata al nostro territorio.
PdC: Ci può dire in quali fasce d'età prediligete fare la ricerca e in base a quali criteri un ragazzo viene individuato, esaminato e infine tesserato?
CC: Per le categorie provinciali e regionali la ricerca viene effettuata quasi esclusivamente sul territorio veronese e sulle provincie vicine. Per le categorie nazionali, invece, la ricerca si estende anche a livello internazionale.
Nella selezione di un giocatore cerchiamo di individuare, oltre ad una buona tecnica di base - indispensabile per poter giocare ad alti livelli - anche un’altra eccellenza che può essere di tipo motorio (rapidità, velocità, esplosività) o legata all’intelligenza calcistica piuttosto che ad un'eccellenza agonistica o di struttura fisica.
PdC: Alcuni club trovano ormai controproducente organizzare camp estivi o grandi raduni mirati allo scouting giovanile. È dello stesso avviso?
CC: Personalmente ritengo che i raduni siano spesso controproducenti perché molte volte non vengono svolti nell’interesse dei ragazzi che vi partecipano ma nell’interesse di persone che con il calcio giovanile hanno poco a che fare. Diverso invece è il discorso riguardante i camp estivi dove comunque spesso ai ragazzi che vi partecipano viene garantita qualità e professionalità degli istruttori e della società organizzatrici, oltre ad essere un momento di svago e divertimento per i ragazzi stessi.
PdC: Tra i ragazzi scoperti da quando è al Chievo, chi l'ha impressionata maggiormente?
CC: Premesso che non mi occupo da molto tempo di scouting all’interno del Chievo Verona e che di conseguenza i ragazzi inseriti nelle nostre squadre hanno ancora un percorso medio-lungo da fare, direi che la sorpresa maggiore è stata Nicolò Brighenti attualmente in forza al Vicenza, grazie ad una grande forza di volontà e dedizione al lavoro, oltre ai dei requisiti tecnici, tattici ed atletici di spessore.
PdC: Ci può fare il nome di un under 16 di cui sentiremo presto parlare?
CC: Preferisco parlare dei ragazzi del nostro settore giovanile. In questo momento mi sento di fare due nomi in particolare: Emanuel Vignato classe 2000 e Pietro Rovaglia classe 2001.
PdC: Concludendo: in cosa deve migliorare il settore giovanile italiano per competere col resto d'Europa?
CC: "Personalmente penso che all'interno dei settori giovanili dovremo tutti avere molta più pazienza soprattutto con i ragazzi dotati di tecnicamente ma non supportati da strutture fisiche. Inoltre credo che sia fondamentale che all'interno dei vari vivai ci siano percorsi tecnici, tattici e di selezione, condivisi da responsabili ed allenatori"