Mister Fabio Lopez: "Ho iniziato da osservatore, vorrei allenare in Italia"

L'Italia non è un Paese per giovani. Frase sicuramente inflazionata in questo periodo, ma contenente una grande verità. Non a caso, è in costante crescita il numero di quei ragazzi che decidono di cercare 'fortuna' altrove. Non fa eccezione il mondo del calcio, specialmente per quel che riguarda il ruolo di allenatore, raramente affidato nel 'Bel Paese' a un Under-40. Calciomercato.it, a tal proposito, ha intervistato in esclusiva Fabio Lopez, tecnico romano che sta riuscendo ad imporsi all'estero con grande professionalità ed ottimi risultati.
Carriera a dir poco unica la tua, un vero giramondo della panchina...
"La mia carriera è iniziata con lo scouting nei settori giovanili di Atalanta e Fiorentina, che mi hanno dato la possibilità di entrare nel mondo del professionismo. Ho iniziato quindi a fare l'allenatore, accettando una proposta arrivatami dall'estero, nello specifico dalla Lituania dove fui chiamato a guidare l'FK Banga A Lyga, squadra neo promossa nella masssima Serie. I risultati furono ottimi perché ottenemmo un terzo posto. Nella stagione successiva al FC Siauliai, col mio staff abbiamo ottenuto lo stesso risultato collezionando ben 11 risultati utili consecutivi pur avendo a disposizione una rosa composta da molti giovani. Da quel momento in poi, ho fatto davvero il giro del mondo: in Malayisia nella massima serie col Sabah Fa, in Indonesia nel club storico PSMS Medan e alle Maldive come tecnico del BG Sports Club".
Quale esperienza ti ha maggiormente arricchito?
"Sicuramente quella in Indonesia. E' uno dei paesi più grandi al mondo, il quarto per dimensioni della popolazione. Ci sono stadi e strutture importanti con capienza di ben 40-50.000 spettatori. Il Medan è un club storico, con le dovute proporzioni può essere paragonato alla nostra Juventus. E' stata un'esperienza che mi ha forgiato come allenatore: è un calcio in crescita, che sta acquisendo costantemente importanza e credibilità a livello internazionale".
L'ultima esperienza è stata sulla panchina del BG Sport Club, in un posto splendido come le Maldive...
"Sì, che per diversi motivi ricordo con piacere. Ho rilevato la squadra in una situazione disastrosa di classifica, con 0 punti all'attivo dopo 4 giornate di campionato. Alla fine del torneo siamo arrivati terzi. Una bella soddisfazione".
Come mai dopo un risultato così positivo non sei stato confermato?
"C'è stato un cambio totale della dirigenza del club e semplicemente non abbiamo trovato un accordo per proseguire insieme".
Ti manca l'Italia?
"Mi piacerebbe moltissimo poter tornare a fare il mio lavoro nel mio Paese. Ma me ne sono dovuto andare perché lo spazio concesso ai giovani allenatori è praticamente nullo. Credo che uno dei pochi, o forse l'unico, Under-40 della storia della Serie A sia Stramaccioni sulla panchina dell'Inter. Inoltre, ora che la crisi ha toccato anche il calcio, lo spazio per i giovani è ancora meno e le prospettive di certo non rosee. Questo sistema andrebbe rivisto, perché riguarda tutti, non solo chi opera nel calcio. Non a caso sono sempre di più i giovani che come me hanno deciso di lasciare il 'Bel Paese' per andare a lavorare all'estero".
Il futuro cosa ha in serbo per te?
"Ho diversi discorsi in ballo nel Sud-Est asiatico - dove il mercato è aperto - e in Arabia. Credo che nell'arco di un paio di mesi al massimo, la situazione si smuoverà e tornerò ad allenare".