Stelitano: "Per giocare in Lega Pro sono finito in...America. Tanta gente forte tra i dilettanti"

20.04.2014 19:45 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: tuttolegapro.com
Stelitano: "Per giocare in Lega Pro sono finito in...America. Tanta gente forte tra i dilettanti"

Antonio Stelitano, dalla Lega Pro in America grazie al...Parma. Il difensore siciliano classe '87, una stagione in Lega Pro con l'Igea Virtus quattro anni fa, è diventato un giramondo per seguire un sogno chiamato calcio. Tesserato dal club emiliano di Serie A, quest'anno è volato nella Repubblica Dominicana, nel Moca, club di massima serie.TuttoLegaPro.com lo ha intervistato in esclusiva.

Dall'Italia al Centro America. Come ci sei arrivato?

"La sistemazione nella Repubblica Dominicana me l'ha trovata il Parma, insieme a un osservatore argentino mio amico. Io per valorizzarmi cercavo un campionato di Serie A, non avevo paura di dovermi allontanare dalla mia terra, dato che avevo già giocato in Serie C argentina. Il Moca è la squadra più forte della Repubblica Dominicana ed è veramente bello giocarci: c'è un tifo molto caldo, i tifosi pretendono sempre il massimo dal momento che in squadra ci sono tantissimi nazionali. Rispetto agli altri team del campionato c'è una gran differenza, tanto che non si contano più i record di vittorie e reti segnate, partita dopo partita".

Differenze con i nostri campionati?

"Ovviamente il calcio italiano è il calcio italiano e per questo sarebbe motivo d'orgoglio affermarsi nel nostro Paese. Ho accettato questa destinazione un po' particolare perché vorrei tornare in Italia in un campionato professionistico. Per questo voglio fare bene qua e lasciare il segno. Con il Parma stiamo vedendo qualche destinazione in Lega Pro, ma ancora c'è qualche mese per decidere. Giocare in Italia e all'estero è completamente diverso. La nostra tattica fa invidia a tutto il mondo, mentre in Argentina, ad esempio, c'è un calcio meno schematico ma molto più basato sul talento individuale. In centro America, invece, la qualità di base è la velocità e la voglia di fare: tutti corrono come dei pazzi e danno l'anima per la squadra".

Ci hai detto che vorresti tornare in Italia. Non pensi che con la riforma che eliminerà a breve la 2^ Divisione sarà più difficile?

"A livello personale credo di essere migliorato molto negli ultimi anni. In generale penso che tanta gente forte scenderà nei dilettanti, come già accaduto in questa stagione. Troveranno più spazio tra i Professionisti i giocatori di proprietà di club di Serie A e B e i più giovani. A proposito di quest'ultimi, non sono tanto d accordo sulle regole per tutelarli: in campo si va per merito, non per l'età. Altrimenti si creano solo illusioni".

In tutto questo la tua famiglia cosa ne pensa del tuo girovagare?

"Diciamo che la mia ragazza soffre la lontananza ma sa che serve per crearmi un futuro. I miei genitori e mia sorella mi appoggiano, sanno che questi sacrifici verranno ripagati: mio padre, ad esempio, ha lottato per diventare medico e mi ha sempre detto che le cose non cadono dal cielo ma bisogna andare a prendersele".