Il modello Fiorentina può insegnare molto a Mancini per l’Inter del futuro: 5 aspetti tecnico-statistici che lo dimostrano

02.03.2015 19:57 di Redazione FS24 Twitter:    vedi letture
Il modello Fiorentina può insegnare molto a Mancini per l’Inter del futuro: 5 aspetti tecnico-statistici che lo dimostrano
© foto di OScar Federico Bodini/Flickr

La Fiorentina torna a vincere a San Siro contro l’Inter dove l’ultimo successo risaliva al maggio 2000. Montella ha presentato una squadra che piace e stupisce per la sua maturità e si appresta a combattere su tre fronti potendosi concentrare prevalentemente su Europa League e Coppa Italia, visto che la Champions appare lontana almeno tanto quanto lontana sembra al momento la possibilità di una rimonta da parte delle milanesi che inseguono. Rispettivamente a 7 e 8 punti.

 

La gara sul piano del gioco è stata sostanzialmente condotta alla pari dalle due contendenti. Ma in questo caso è la maturità a fare la differenza in campo, e la Fiorentina oggi pare ad un livello superiore rispetto ad un’Inter che tuttavia, nella strada della ricostruzione, non può non prendere spunto da alcune cose che i viola stanno facendo molto bene.

Una su tutte, che può essere di monito all’intera serie A: non potendo avere fuoriclasse assoluti le nostre squadre dovranno abituarsi sempre più ad allestire rose con un livello medio sul piano tecnico atletico molto alto, con diversi giocatori a disposizione, molto intercambiabili, e una grande lucidità tattica.

Il calcio propositivo dei due tecnici Mancini e Montella ha tratti comuni ed obiettivi convergenti: creare nell’immediato un gruppo capace di giocare alla pari con chiunque insidiando le migliori a prescindere dalla competizione in gioco. Ecco quindi 5 aspetti tecnico-statistici emersi dalla sfida di San Siro che dicono della bontà dell’impianto viola a cui l’Inter di oggi e del futuro può certamente ispirarsi.

1. Alta rotazione di giocatori. Dopo la vittoria con il Tottenham sono usciti 8 giocatore su 11. Un turn over massiccio quello applicato all’undici iniziale con le conferme dei soli Neto, Savic e Badelj. Mancini ha invece confermato 5 giocatori su 11 ma è abbastanza evidente che lo stato di avanzamento lavori dei viola permetta a Montella scelte molto più radicali di quelle che l’interista, in carica da pochi mesi, può permettersi coi nerazzurri.

2. Modulo intercambiabile. Non ricordo a memoria una squadra così camaleontica, ovvero con una capacità di cambiare modulo così spesso. La Fiorentina ha usato il 4-3-3 contro i nerazzurri (settima volta in campionato), si tratta del secondo modulo più utilizzato quest’anno dopo il 3-5-1-1. Giusto dire che queste due opzioni sono comunque la base per Montella che tuttavia (anche vista l’alta rotazione dei singoli, evidenziata nel punto precedente) ha schierato anche le variabili del 4-3-2-1, 4-1-2-1-2, 3-1-4-2, 3-4-2-1 e 4-4-2. Quando Mancini ha provato (giustamente le varianti tattiche a sua disposizione) si è capito che non vi sono ancora automatismi, nell’Inter, in grado di supportare gli accorgimenti tattici in corsa, anche se il finale in crescendo non può non essere letto come un (altro) segnale di netta inversione di tendenza rispetto all’Inter mazzarriana.

3. Inserimenti decisivi. Non si può non menzionare l’apporto di Salah che in 178′ di serie A ha segnato 3 gol e servito un assist, pur giocando solo una volta da titolare e subentrando 3. Con l’Inter lo ha fatto ad inizio ripresa ed è risultato decisivo. Ma non è un caso isolato – al di là dell’indubbio valore del giocatore -: si tratta della sesta rete segnata da un giocatore entrato dalla panchina quest’anno per la Fiorentina, un record in serie A (stesso score del Verona). Curioso che 5 volte questo fatto sia avvenuto in trasferta (prima dell’Inter: Chievo, Cesena, Milan e Atalanta) e una in casa, nello scorso turno contro il Torino ad opera dello stesso giocatore egiziano.

4. Gioco verticale. A proposito di lucidità tattica. La definizione non è campata in aria ma dimostrata dai dati della gara. La Fiorentina ha lasciato il possesso palla all’Inter in una gara condotta alla pari dalle due contendenti, ma nonostante questo ha ottenuto una percentuale di verticalizzazioni (15,9%) pressochè identica a quella dell’avversario (16%).

Il gioco verticale dei viola è ben inquadrato da questa immagine dei flussi di gioco della squadra di Montella dove si vede la ricerca dei giocatori più dotati tecnicamente (Ilicic il più servito).

 

5. Sicurezza difensiva. Contro un’Inter cresciuta dopo il vantaggio andando in forcing alla ricerca del pareggio la Fiorentina è sembrata a suo agio in contenimento. Perché se è vero che Neto è stato decisivo, è altrettanto vero che i falli commessi nei pressi dell’area sono dimezzati dal primo al secondo tempo (8 contro 4) a mostrare una maggiore capacità di contenere l’avversario. Questo nonostante un pressing che inevitabilmente si è abbassato di 3 metri passando dai 37 del primo tempo ai 34 del secondo.

Ma ecco nel dettaglio la fase difensiva della gara di Inter e Fiorentina (squadra di casa, naturalmente, a sinistra)

 

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