Bosco (IAFA): “Deregulation Agenti Fifa? Pronti alle vie legali, ma in extremis auspico una misura transitoria”

17.03.2015 19:50 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: http://ivm.ilcalciomagazine.it
Bosco (IAFA): “Deregulation Agenti Fifa? Pronti alle vie legali, ma in extremis auspico una misura transitoria”

Christian Bosco della IAFA (Italian Association of Football Agents) parla in esclusiva a il vero Milanista della possibile deregulation per gli agenti Fifa.

Christian Bosco, agente Fifa e presidente della IAFA, ha parlato in esclusiva a il vero Milanista della situazione di stallo tra FIGC e procuratori sportivi, a causa del nuovo regolamento della FIFA, che prevede una deregulation di questa figura professionale, con tutti i rischi del caso. La partita tra agenti Fifa e Federazioni Nazionali non è però chiusa: in Francia e in Inghilterra, così come in Italia, si sta dibattendo sull’opportunità di recepire questo regolamento Fifa, laddove viene in realtà lasciato nel testo originario, ampio spazio di adattamento dello stesso agli ordinamenti vigenti nei singoli stati. Probabilmente chi lo ha redatto e progettato, già immaginava le possibili azioni legali che si sarebbero potute innescare da parte delle controparti interessate e colpite da questa nuova normativa. Ecco un tema da prima pagina, che sta per esplodere con il Consiglio Federale in programma, dove si intersecano il diritto comunitario con quello italiano, gli interessi politici della FIFA di Blatter e della UEFA guidata da Platini, oltre che ovviamente le preziose licenze degli agenti sportivi.

Bosco, se la FIGC proseguirà nella linea della deregulation della figura professionale degli agenti Fifa, quali iniziative assumerà la IAFA?

Nostro malgrado saremo costretti ad adire le vie legali, sono infatti già state impostate le impugnative al TAR e al Tribunale civile dell’impresa ex art. 700 (procedura di urgenza), ambedue con richiesta di sospensiva cautelare (per evitare l’ aggravio dell’entità dei danni a carico dei ricorrenti) ed ovviamente di risarcimento; attendiamo solo che in occasione del prossimo e decisivo Consiglio federale, venga ufficialmente approvato il provvedimento e promulgato il nuovo “regolamento intermediari” da parte della Figc, per visionarlo nello specifico. Va in ogni caso premesso che la IAFA ha in questi mesi cercato più volte di istituire un preliminare e costruttivo confronto con la Figc, per individuare una soluzione transattiva a tale problematica, nell’interesse di tutte le parti coinvolte, Figc in primis, la quale infatti poteva e potrebbe a nostro avviso, ritenersi paradossalmente anch’essa parte lesa, o in ogni caso “vittima”, dell’illegittimità e dell’incoerenza della disposizione Fifa, la quale scaricando la “patata bollente” sulle singole Federazioni nazionali consociate (forte della sua “posizione dominante” di “associazione di imprese”), ha creato a proprio vantaggio una sorta di ingegnoso “paracadute giuridico”, esponendo esclusivamente dette federazioni alle possibili azioni legali da parte di chi vedrà lesi i propri diritti, e mettendole in grande difficoltà con i rispettivi Governi, vista la difformità della misura Fifa relativamente agli ordinamenti statuali della maggior parte dei paesi europei“.

Quali pericoli si potrebbero presentare già dal calciomercato di giugno?

“I pericoli sono molteplici ed immani, e purtroppo non riguardano solo l’ambito strettamente sportivo; si può cominciare annoverando lo smodato conseguenziale rinfoltimento degli eserciti di “improvvisati” e di “abusivi”, che è pur vero siano sempre esistiti, ma d’ora in poi si sentiranno autorizzati e moltiplicheranno il numero delle loro azioni, cagionando disturbo al lavoro dei professionisti e confusione generale, recando danni anche a società e calciatori (fruitori dei servizi professionali degli agenti), passando per il rischio giuridico concreto degli operatori di settore, di incorrere nel “divieto di intermediazione di manodopera”, sancito nell’ordinamento italiano dal Dlgs 276/2003 (rispetto al quale gli agenti attualmente godono di esenzione, in virtù delle licenze di abilitazione, che la Fifa ha chiesto alle Federazioni di invalidare illegittimamente “ex abrupto”), concludendo con la difficoltà ad individuare il reale e sostanziale “autore” e/o “mandante” dell’intermediazione, contro cui, in virtù di una possibile dinamica simile al “giochino delle scatole cinesi”, il calciatore o la società che dovessero subire danni, non avrebbero modo di rivalersi. In sintesi, mentre con l’attuale regolamentazione gli agenti hanno una vera e propria “carta di identità professionale” e nell’operare si assumono le proprie responsabilità nei confronti dei terzi (ricordiamo anche il vigente obbligo della stipula di una polizza di rischio professionale), permettendo invece l’accesso incontrollato a tale attività di qualsiasi soggetto (che dovrà secondo gli “standard minimi” dettati dalla Fifa, solo firmare una auto-dichiarazione di “impeccabile reputazione” e versare una tassa), si rischia di favorire il concretarsi di una posizione dominante nell’attività, da parte di “Lobbies economiche” di cui non si potranno conoscere “provenienza,natura e finalità imprenditoriali”, che avranno la possibilità e la capacità di assoldare un numero imprecisato di “Mister X” mandatari, che ripeto saranno coloro che compariranno formalmente“.

In Francia la normativa è più completa e anche in Inghilterra le cosiddette “terze parti” non sono gradite.

“In Francia già nel 2003 il Governo ha istituito una legge (integrando e completando un Decreto legge addirittura del 1984), volta a disciplinare la figura professionale dell’agente sportivo (Agent sportif francois), prevedendo un albo statuale, delle vere e proprie scuole di formazione ed organi speciali di riferimento che provvedessero alla risoluzione delle controversie ed alla irrogazione delle sanzioni, per cui, la Deregulation voluta dalla Fifa non ha minimamente intaccato la loro perfetta organizzazione; in Italia come in altri paesi europei, purtroppo è ravvisabile una “vacatio normativa” su detta figura, ed è per questo motivo che in funzione del provvedimento Fifa, la problematica si è acuita notevolmente. Anche in Inghilterra non esiste una disciplina statuale specifica, ma il Regolamento della federcalcio inglese era rinomatamente il migliore in assoluto, ecco perchè nel momento in cui è stato abrogato del tutto (ovviamente sempre in conseguenza del provvedimento Fifa), gli agenti di calciatori inglesi hanno provveduto ad intentare azioni legali avverso la FA; è però notizia delle ultime ore che dopo aver ricevuto la notifica dell’atto di citazione, la FA abbia convocato l’associazione degli agenti britannici, per sedersi al tavolo delle trattative e apportare le dovute e sostanziali integrazioni al regolamento inizialmente promulgato“.

Ci risulta che il Parlamento italiano si stia interessando con alcune iniziative a questo tema.

“Si, voglio rimarcare il fatto che nonostante la politica italiana sia stata negli ultimi mesi oberata da tanti e gravosi impegni, sia riuscita a comprendere la rilevanza della problematica e a concederle un minimo di attenzione. Il 13 Gennaio è stato infatti presentato da un cospicuo numero di Senatori della repubblica, il DDL n. “S1737″ (già assegnato alla competente Commissione Parlamentare in data 23/03/2015) volto a disciplinare statualmente la figura professionale di agente sportivo, proprio come già avvenuto in Francia, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Portogallo, e seguendo l’incontrovertibile “input” fornito dall’Unione europea, nello “Study on sport agents of European Commission” del 2009, in cui viene chiaramente suggerito a tutti gli Stati membri, di istituire una disciplina ufficiale di riferimento, per una professione che muove i suoi passi all’interno di attività a forte connotazione economica, indicando a tal proposito la necessità di una ulteriore professionalizzazione“.

Non sarebbe auspicabile una regolamentazione uniforme a livello europeo, invece di demandare ai singoli stati e alle relative federazioni l’applicazione di questi nuovi regolamenti?

“Concordo in pieno a riguardo, infatti una delle prime strade che si è provato a perseguire, è stata quella di sensibilizzare la UEFA sul problema, chiedendo al Presidente Michel Platini di intervenire, ipotizzando la regolamentazione di una nuova figura denominata “Agente Uefa”, visto che innegabilmente, chi abbia spinto maggiormente affinchè avvenisse la “Deregulation”, siano state le Società di intermediazione “extracontinentali”, perlopiù identificabili con le famigerate “third parts”. Tale richiesta è stata avanzata anche alla luce dello stoico accordo di cooperazione firmato in data 14/10/2014 tra Unione Europea e Uefa, nel quale è stata concessa una “storica” autonomia normativa all’Uefa sul territorio U.E. e in cui all’art. 2.10 dello stesso, si ravvisa un chiaro riferimento alla “problematica concernente gli agenti di calciatori”; purtroppo ad oggi, la Uefa non ha ancora mosso passi ufficiali in merito“.

Una sua previsione e un suo auspicio su questa importante battaglia.

“Premesso che il nodo normativo fondamentale su cui la IAFA vuole tutelare i propri associati, ma in generale tutta la categoria degli agenti di calciatori, sia la salvaguardia della professionalità e di conseguenza della validità delle “Licenze di abilitazione”, conseguite attraverso atti amministrativi legittimi, ed in quanto tali, irrevocabili, da parte nostra si auspica che seppur “in extremis” si possa evitare lo scontro in sede giudiziale con la Figc, che farebbe irrimediabilmente scaturire una lunga fase di “incertezza del diritto” e sarebbe presumibilmente dannoso per tutte le parti interessate; affinchè ciò non si verifichi, purtroppo mancando poco al Consiglio federale decisivo, si può solo confidare nella possibilità che le varie componenti aventi diritto al voto, boccino la paventata riforma, o che intervenga “last minute” un “provvedimento di urgenza” del Daras (Dipartimento governativo affari regionali autonomie e sport) che veicolandolo attraverso il CONI (sua emanazione istituzionale in ambito sportivo), disponga una proroga della attuale normativa, o quantomeno delle “misure transitorie”, in attesa che i competenti organi statuali completino le valutazioni di merito. In ogni caso, qualunque sia la poposizione che deciderà di assumere la FIGC, rimaniamo pienamente fiduciosi per il futuro in virtù del disegno di legge “S 1737“.