Tactical Report: Tutti i segreti del Milan in vista della sfida con la Roma

09.05.2015 19:05 di Redazione FS24 Twitter:    vedi letture
Tactical Report: Tutti i segreti del Milan in vista della sfida con la Roma
© foto di Wikipedia/Delfort

 


Il sabato sera della serie A è dedicato a Milan-Roma, una partita fondamentale per la squadra di mister Garcia, ma che ha una certa valenza anche per i rossoneri, reduci da due sonore sconfitte. Da questo spunto è partito lo staff di Newgproject, start-up milanese che si dedica alla match analysis, per inviare un Tactical Report in esclusiva a footballscout24.it


Per analizzare lo schieramento del Milan abbiamo preso spunto da Udinese-Milan, incontro in cui Menez, assente contro la Roma, ha giocato da ala sinistra, ruolo nel quale è più facilmente sostituibile osservando la rosa milanista

Fase di Possesso Palla
In fase di possesso palla il Milan si schiera con un 3-4-3 che prevede l’abbassamento di De Jong tra i due centrali difensivi. I due terzini si alzano molto, soprattutto Abate sulla destra, posizionandosi all’altezza dei due centrocampisti. Van Ginkel rimane più basso interpretando il ruolo di regista offensivo mentre Bonaventura è libero di inserirsi. Le due ali giocano spesso accentrate, favorite dal fatto di giocare a piedi invertiti, creando lo spazio per la salita dei terzini

Inizio del gioco
Il Milan cerca sempre di iniziare la manovra da dietro palla a terra, rischiando spesso molto sul pressing avversario ultra-offensivo. La soluzione tattica proposta prevede l’abbassamento di De Jong tra i due centrali difensivi per creare superiorità numerica nella prima fase del possesso utile per far circolare più velocemente il pallone. Nel giro palla difensivo sono coinvolti maggiormente i terzini che le mezzali ma così facendo la manovra risulta orizzontale e prevedibile.

Sviluppo del gioco
Lo sviluppo dell’azione rossonera ha sfogo essenzialmente sulle fasce. Funziona molto bene soprattutto la catena di destra Abate – Suso, ben supportata sulla sinistra dalla coppia Antonelli – Menez. L’espediente tattico maggiormente usato è la classica sovrapposizione: in questa situazione Antonelli sfrutta il movimento ad abbassarsi e accentrarsi di Menez per attaccare con decisione la fascia sinistra. Si può notare come anche sull’altra fascia Abate sia molto avanzato pronto anche lui a sfruttare lo spazio libero creato dal movimento di Suso, molto simile a quello in precedenza effettuato da Menez.
Per sfruttare al meglio la posizione molto larga e avanzata dei terzini, il Milan ricorre spesso al cambio di gioco: l’idea è di ribaltare il più velocemente possibile il fronte d’attacco per sfruttare la velocità dei due terzini che troverebbero molto spazio libero davanti a loro. La giocata è comunque molto complicata perché effettuare un lancio di almeno 30 metri non è semplice e non tutti i giocatori a disposizione hanno questo colpo nel proprio bagaglio tecnico.

Uno dei problemi più rilevanti nella fase di sviluppo del gioco del Milan è come ricercare la profondità: tutti i componenti dell’attacco rossonero amano abbassarsi venendo incontro al pallone. La ricerca della profondità è prerogativa degli inserimenti senza palla di Bonaventura e saltuariamente di Suso che effettua un ottimo contro movimento fingendo di andare incontro al pallone per poi scattare con decisione alle spalle del proprio marcatore. Anche questa giocata però è molto complessa perché prevede un lancio in verticale molto preciso che scavalchi l’avversario. Inoltre, come già rimarcato in precedenza, sono i terzini, spesso troppo coinvolti nelle fasi iniziali della costruzione della manovra, a dover effettuare questa verticalizzazione palesando limiti tecnici non indifferenti.

Indubbiamente la mossa tattica più pericolosa è la combinazione che il Milan riesce a sviluppare coinvolgendo tutta la catena in questo caso sulla fascia sinistra: Menez va incontro al pallone mentre Bonaventura, partito da una posizione centrale, attacca la profondità proprio alle spalle del francese nello spazio lasciato vuoto dal suo movimento. Inoltre la sponda di Menez sarà per De Jong, non per il terzino Antonelli che è andato a coprire la posizione di Bonaventura, molto più dotato tecnicamente e abile nel servire il compagno con un lancio preciso. Da notare come con questa giocata il Milan eluda il pressing dell’Udinese tagliando fuori ben 6 giocatori che rimangono sopra la linea della palla.


Finalizzazione
Per finalizzare l’azione offensiva il Milan ricorre soprattutto ai cross e non potrebbe fare diversamente visto l’impianto di gioco totalmente incentrato sul gioco sulle fasce. Da sottolineare come seconda soluzione il tiro da fuori sia con le due ali del tridente, che sfruttano il fatto di essere schierate a piedi invertiti per rientrare verso la porta e calciare, sia con i centrocampisti in particolar modo con Van Ginkel.  


Disposizione in Fase di Non Possesso
In fase di non possesso il Milan si racchiude in un 4-5-1. Viene richiesto un grande sacrificio soprattutto a Suso che deve rientrare sulla linea dei centrocampisti mentre Menez spesso può restare più alto grazie alla copertura di Bonaventura passando in questo caso a un 4-4-2 con il francese defilato sulla sinistra. Il lavoro più complicato è richiesto ai terzini che, dopo aver contribuito in maniera importante alla fase offensiva, devono velocemente tornare per ricomporre la linea difensiva a 4.

Linea Difensiva
La linea difensiva del Milan gioca prevalentemente sulla tre quarti. Quando però la squadra è sotto pressione i due centrali preferiscono non salire ma rimangono bassi probabilmente per non concedere la profondità agli avversari e non dover compiere recuperi in velocità, caratteristica nella quale sia Mexes sia Paletta non eccellono. La linea difensiva si alza molto quando è il Milan ad avere il possesso del pallone ma lo fa in maniera poco logica lasciando sempre troppo spazio agli attaccanti avversari non attuando quelle marcature o coperture preventive che permetterebbero un recupero del pallone immediato e in posizione avanzata.

Pressing
L’azione di pressing viene sempre iniziata da Bonaventura: è lui il giocatore a cui è assegnato il compito di iniziare il disturbo sul portatore di palla. Solitamente il pressing inizia già nella tre quarti avversaria ma, come ben si nota in questa situazione, il Milan si allunga con la linea difensiva che, come già analizzato, non sale a sufficienza con il risultato che gli spazi da coprire aumentano così come la facilità di giocata per gli avversari. Infatti tra la prima punta Pazzini, che partecipa poco al pressing, e la linea difensiva, che in questa immagine è addirittura fuori inquadratura, ci sono almeno 50 metri.  In questo modo tutto il pressing del Milan è in ritardo, come si evince dalle posizioni di Menez e Antonelli troppo lontani dai diretti avversari, e perde di efficacia diventando inoltre controproducente.


Punti Deboli
Il punto debole più evidente del Milan è la scarsa aggressività, unita anche a una mancanza cronica di attenzione. In questa immagine la partita è iniziata da meno di un minuto e già si può vedere la distanza che ogni giocatore del Milan ha dal suo avversario. Da questa situazione l’Udinese con due semplici verticalizzazione andrà ad impegnare Diego Lopez con un tiro da fuori di Di Natale. Nessun giocatore riesce a essere il leader della squadra e a trasmettere carica agonistica ai compagni: il risultato tattico di questa mancanza psicologica è una squadra slegata, disunita, lunga che si muove con poca coralità e che è sempre in ritardo nelle chiusure o sulle seconde palle.

Inoltre un altro problema nella fase difensiva rossonera è il troppo spazio che spesso si viene a creare tra la linea di difesa e quella di centrocampo. Quando De Jong sale in pressing nessuno dei due centrali difensivi si prende la responsabilità di salire lasciando così un enorme buco che permette agli avversari di girarsi e puntare direttamente la porta. Inoltre l’atteggiamento poco aggressivo del Milan è evidente anche nel mancato recupero della posizione dei centrocampisti che sono tutti molto avanzati e faticano a rientrare.  

Transizione Positiva
La fase di transizione positiva del Milan è sicuramente buona. Le due ali del tridente sono spesso giocatori molto veloci e conducono il contropiede che inizia solitamente con la prima punta che viene incontro per fornire un appoggio al compagno che ha appena recuperato il pallone e aprire lo spazio per i tagli degli esterni. Tuttavia anche la fase di transizione positiva subisce un rallentamento per via della poca organizzazione del contropiede: le azioni sono spesso frutto di giocate individuali come dribbling o allunghi in velocità e poco seguite dal resto della squadra che fatica ad accompagnare la manovra rapidamente.


Transizione Negativa
La fase di transizione negativa del Milan è abbastanza lacunosa: il posizionamento molto alto dei terzini nella fase di sviluppo della manovra non aiuta e spesso Di Natale, allargandosi sulla destra sfruttando l’avanzata di Antonelli, ha creato grossi problemi in questa fase di gioco. Inoltre le due ali sono poco inclini alla corsa di sacrificio così come Van Ginkel, che come mezzala è fondamentale nelle transizioni, troppo compassato in entrambe le fasi di transizione.

Variazioni Tattiche
Per recuperare lo svantaggio, Inzaghi tramite il cambio Cerci – Suso passa dapprima al 4-4-1-1 con Cerci centrocampista di destra con caratteristiche prettamente offensive, Bonaventura largo a sinistra e Menez libero di svariare come trequartista alle spalle di Pazzini. Dopo pochi minuti, con il cambio Destro – Bonaventura passa a un 4-4-2 ultra-offensivo con Menez e Cerci esterni di centrocampo a piedi invertiti e una coppia d’attacco molto fisica. Il nuovo modulo porta dei benefici in quanto la coppia Destro – Pazzini funziona mettendo in apprensione la difesa avversaria: il primo gioca sempre alle spalle di Pazzini che ha il compito di servirlo soprattutto con le spizzate di testa. Inoltre Destro attacca la profondità migliorando di gran lunga uno dei difetti nello sviluppo della manovra del Milan.


Palle Inattive a Favore
In questa situazione batte Menez da sinistra quindi con traiettoria a rientrare: sono 6 i giocatori in area di rigore e 3 di loro, Pazzini, Rami e Antonelli, tagliano verso il primo palo seguiti da Van Ginkel che parte da fuori area. Destro disturba il portiere nell’area piccola mentre all’altezza del dischetto del rigore rimangono De Jong e Cerci verso i quali verrà indirizzato il pallone. Il movimento ad andare incontro dei compagni libera così i due rossoneri che sono liberi in una zona molto pericolosa dell’area di rigore.


Palle Inattive a Sfavore
Il Milan difende a zona sui calci d’angolo contro: Suso è posizionato davanti al lato corto dell’area di porta mentre De Jong presidia la zona del primo palo all’interno dell’area piccola. Al limite dell’area di porta ci sono 4 giocatori in fila indiana Pazzini, Mexes, Paletta e Bonaventura mentre poco più avanti Abate Antonelli e Van Ginkel disturbano la fase iniziale della rincorsa degli avversari. L’unico a non partecipare attivamente alla fase difensiva sui calci d’angolo è Menez che comunque si trova all’interno dell’area di rigore. L’Udinese riesce a mettere in difficoltà il Milan crossando sul primo palo tra Suso e De Jong sfruttando il terzo tempo soprattutto di Widmer. Inoltre il primo gol friulano di Pinzi deriva proprio da un corner con la palla che attraversa tutta l’area per arrivare sul secondo palo con la difesa rossonera colpevolmente troppo schiacciata verso Diego Lopez.

Nelle punizioni indirette a sfavore il Milan tiene la linea difensiva molto alta riuscendo ad aspettare sempre fino all’ultimo secondo disponibile prima di indietreggiare e mettendo così spesso in fuorigioco gli avversari. Anche in questo caso viene utilizzata la marcatura a zona.