Verre: “Campionato Primavera da riformare totalmente”

15.08.2016 20:26 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: www.footballscouting.it
Verre: “Campionato Primavera da riformare totalmente”

La redazione di Football Scouting ha intervistato in esclusiva Francesco Verre, osservatore e procuratore di giovani talenti. Con lui abbiamo affrontato varie tematiche riguardanti il calcio giovanile e analizzato quali potrebbero essere le soluzioni, per rendere il Campionato Primavera più funzionale.

 

L’edizione del campionato Primavera 2016/2017 sarà l’ultimo campionato con i tre gironi (senza derby). Che campionato prevedi? sarà effettivamente di transizione? Cosa pensi della formula che verrà introdotta nel ’17-18 con solo squadre di A?

Hanno fatto i gironi in vista della anno prossimo per smistare bene le squadre, per far accedere al campionato al prossimo campionato le big. È una formula che lascia il tempo che trova perché è finalizzata a vincere. Il ruolo del campionato Primavera è quello di formare ragazzi per i professionisti. Smistando le squadre più forti nei gironi, lo finalizzi a vincere. Secondo ma è stato bypassato l’obiettivo principale, formare le squadre B creando questo campionato Primavera d’Elite. Si è aggirato il problema. Andava strutturata la riforma della Primavera tenendo conto della formazione delle squadre B che sono fondamentali per avere dei ragazzi pronti. È una formula finalizzata all’immediato e non al futuro a mio parere.

A proposito di squadre B, la riforma non è stata accettata: giusta decisione o occasione persa?

È l’ennesima occasione persa. Ci sono in tutta Europa, tutti i campionati più importanti sfruttano le squadre B. L’esempio sono i tanti giovani che esordiscono in Germania, in Inghilterra. Le squadre B sono fondamentali. Prendi un ragazzo che viene dalla giovanile lo fai misurare con i grandi, lo cresci tu ed una volta che è pronto decidi cosa fargli fare. Se tu gli fai fare invece due anni di Primavera, uno di fuori quota tu gli fai perdere tre anni, quando invece i suoi coetanei all’estero sono già pronti.

Domanda provocatoria: la Primavera è un campionato che ha ancora senso? E poi, come spieghi il fatto che a fine anno o triennio di Primavera ci sono così tanti svincolati?

Personalmente strutturerei il campionato primavera in modo diverso. Farei un solo sanno, un under 18 e poi la squadra B che può accogliere anche calciatori della prima squadra: ragazzi che non sono magari pronti nell’immediato ma che non perdi subito. Il campionato Primavera cosi com’è non ha senso, ci sono squadre che crescono i ragazzi del proprio settore giovanile alla fine li svincolano andando a prendere ragazzi dall’estero. Non ha senso perché alla fine hai investito sul ragazzo e se lo svincoli si perdono solo i soldi investiti. Il campionato Primavera andrebbe rivoltato come un calzino. Basti vedere quanti ragazzi dalla Primavera esordiscono in serie A. Magari oggi le squadre ci puntano di più visto che ci sono pochi soldi, Donnarumma è l’esempio ma è l’unico.
Juve, Inter, Milan, Napoli, vogliono puntare su calciatori esteri (esempio Gabigol) costo 25 milioni. perché spendere cosi tanto? In Italia non c’è nessuno ai loro livelli? Questione di pubblicità o di qualità?

In Brasile esordiscono molto più giovani rispetto all’Italia. Gabigol è il perno della sua squadra. In Brasile il movimento calcistico è cresciuto tanto negli ultimi anni ed anche l’economia del paese è cresciuta. Ovviamente sale alla ribalta anche grazie agli sponsor. Essendo il calcio lo sport nazionale, il giovane brasiliano o sudamericano sale alla ribalta più del giovane italiano che è pompato molto meno. Gabigol è un ottimo calciatore, le qualità non si discutono. Il calciatore potrebbe avere dei problemi di ambientamento, ma, ripetono, le qualità non si possono discutere. Sicuramente ci sono dei calciatori italiani o europei non inferiori però, Gabigol gioca in prima squadra ed ha doti che non si discutono. Gabigol è un ’96 ed è già leader nella squadra. In Italia consideriamo ancora giovani i ragazzi del ’90. Gabbiani è ancora considerato un giovane ed è un ’91. Nelle altre nazionali un classe ’91 è già capitano. A parità d’annata il ragazzo straniero (europeo o sudamericano) è già pronto rispetto al ragazzo al ragazzo italiano. Noi siamo indietro da questo punto di vista.
In Italia molti calciatori già a 19- 20 anni non trovano più spazio nemmeno in Lega Pro, scegliendo di andare a giocare all’estero in campionati minori. Approvi questa scelta o credi che sia solo un modo per non rimanere fermo?

Fare un’esperienza all’estero è sempre positivo, cresci e ti confronti con altre realtà. Ci sono ragazzi che hanno reinventato la propria carriera andando a giocare all’estero, perché diventano determinanti per la squadra locale mentre in Italia, nella la classica età di mezzo 21-22, ad esempio in Lega Pro non sei né una quota da spendere per i premi di valorizzazione né il calciatore esperto e determinante per la squadra. Questi ragazzi che non sono pronti per andare in una categoria superiore, scelgono l’estero dove sono determinanti per la squadra guadagnano il giusto e continuano la loro carriera. E’ una scelta giusta.

Questione settori giovanili: tu, dal Sud, hai viaggiato in quasi tutta Italia osservando le varie “cantere”. Noti differenze importanti tra Nord e Sud?

Migliorare non è semplicissimo proprio per una questione economica, il mezzogiorno d’Italia è indietro a livello economico rispetto al Centro Nord. A livello di talento il sud è pieno rispetto al centro-nord. Se andiamo a vedere quanti ragazzi napoletani sono in serie A, perdiamo il conto. Però dal settore giovanile del Napoli ne passano pochissimi, vanno al Nord a 12-13 anno. L’esempio è Donnarumma che è esploso al Milan. La prima differenza sono le strutture: al nord le società, non tutte ma le big si, sono organizzate con la scuola, con i convitti, c’è un organizzazione che mira alla crescita completa del ragazzo. Al sud tutto questo non viene considerato. Lasciando stare le big tipo Palermo, Napoli, Bari che sono tutte società organizzate, ci sono una serie di squadre della B o Lega Pro che non dedicano molta attenzione all’organizzazione del settore giovanile. Al nord c’è un organizzazione migliore, mentre al sud c’è più talento e più fame di arrivare.
Negli ultimi anni, a nostro avviso, la figura dell’osservatore è cambiata molto: oggi tutti si spacciano per tali magari con meno competenze del dovuto. Trovi che la qualità sia diminuita?

Io dico sempre a chi si vuole affacciare a questo mondo di studiare, fare i corsi perché ci sono dettagli e tanto altro che dal vivo o in televisione non si notano. Un minimo d’abbassamento della qualità c’è stata. Sicuramente anche le società dovrebbe collaborare. Si tende a non dare spazio a delle persone qualificate, se la FIGC tiene un corso a Coverciano un motivo ci sarà. Non è giusto che poi non si ricorra a figure professionali qualificate, affidandosi invece a procuratori o ad altre figure di riferimento. Ci vorrebbe una collaborazione tra la FIGC e le società.

 

Dando uno sguardo alla Serie B, quali sono le nuove promesse della serie cadetta?

Ci sono state situazione come Carpi e Crotone che hanno puntato su nomi che nessuno si aspettava. Il Carpi due anni fa ha puntato su ragazzi che provenivano dalla serie D o dall’Eccellenza, mentre il Crotone l’anno scorso ha preso Budimir dalla serie B tedesca. Vedo il campionato cadetto come un campionato strano che riserva sempre delle sorprese. Quest’anno ad esempio c’è il Verona che può schierare gente come Pazzini o Viviani che non sono dei giovani. Dovendo fare due nomi, faccio il nome di Castrovilli del Bari (se non sarà ceduto) e Ortolini dell’Ascoli.

 

Per le squadre di Serie A, invece, chi consiglieresti?

Il mio pallino é Tielemans dell’Anderlecht. Secondo me è un centrocampista di livello superiore alla media. È un ’97 che gioca da due anni titolare con una maturità disarmante, anche in Champions. Consiglierei di prenderlo alla Roma per sostituire Pjanic o alla Juventus che non ha un regista di ruolo visto che Marchisio rientrerà a dicembre. Certamente è un investimento importante perché l’Anderlecht non lo regala ma è un ragazzo che ha doti importanti.