ESCLUSIVA FS24 – Udinese, scopriamo il progetto Academy. Ferrigno: “Programmazione ed investimenti”

24.09.2016 20:32 di Francesco Fedele   vedi letture
ESCLUSIVA FS24 – Udinese, scopriamo il progetto Academy. Ferrigno: “Programmazione ed investimenti”
© foto di Sandro Schachner

Lavorare con i giovani e soprattutto per i giovani. Una precisa filosofia lavorativa, la volontà di continuare ad avere voce in capitolo quando di mezzo c’è il talento, come oramai da anni a questa parte. Questa volta però senza uscire dai confini nazionali, perché l’intenzione è quella di costruire qualcosa di importante dal sapore tutto italiano. Di mezzo c’è l’Udinese, una delle prime società al mondo in materia di scouting e giovani: si parla di Academy, un progetto destinato a rendere ulteriormente giustizia ad una realtà tra le poche a pensare al futuro, a ciò che verrà e che sarà. Progetto Academy dunque, oggetto di discussione con Massimiliano Ferrigno (Amministratore Unico di HS, sponsor tecnico della società friulana), tra i principali fautori di questo nuovo progetto della società friulana, che è intervenuto in esclusiva a FootballScout24. Ecco le sue dichiarazioni:

Prima domanda a carattere introduttivo: quando nasce e, soprattutto, con quali dinamiche viene alla luce il progetto Academy?

“Il progetto Udinese Academy nasce tre anni fa su espressa volontà della famiglia Pozzo, che ha deciso di investire in maniera importante sui talenti del nostro Paese. Tutti sappiamo come la società friulana sia da sempre attiva anche su scala internazionale per ciò che concerne le giovani promesse, però adesso si presta molta attenzione a questo percorso italiano”.

La cosa che sorprende e che, secondo il sottoscritto, è stata messa poco in luce, è la formazione riservata agli stessi tecnici, prima ancora che ai calciatori. Una scelta dettata che la dice lunga circa la meticolosità del lavoro svolto e la volontà di acquisire un modus operandi comune per tutte le affiliate e che parte proprio dall’Udinese.

“Mi fa piacere che abbia notato questa cosa, perché è davvero importante: il talento cresce se è guidato e stimolato nelle maniere corrette, e ciò lo si fa con istruttori e tecnici di primissima fascia. Un talento allenato da chi non ha competenze corrette per far crescere il ragazzo, non lo aiuta ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità. Quindi è fondamentale la formazione degli allenatori per la crescita dei giovani, sia a livello tecnico ma soprattutto a livello umano, caratteriale, psicologico. Bisogna far prendere coscienza dei propri mezzi a questi ragazzi, devono sapere quali sono i pregi da esaltare e i difetti da correggere, bisogna prendere padronanza dei propri mezzi, farli lavorare sempre in maniera stimolante in modo tale che vedano il lavoro come divertimento. Sono del parere che la noia porta a mancata crescita”.

Lei è un affermato dirigente d’azienda, quindi le chiedo, dove finisce l’economia e comincia il solo calcio? Nel senso, come si coordinano interessi logistici, di puro carattere aziendale, con la volontà di raggiungere obiettivi sportivi di massimo livello?

“Le parole fondamentali sono due: programmazione e investimenti. Uno degli elementi fondamentali e che secondo me oggi in Italia manca ancora, proprio a livello culturale, è proprio la programmazione. Saper fare i passaggi giusti per raggiungere gli obiettivi prefissati, questo è ciò su cui bisogna lavorare: spesso si cerca nell’immediato il risultato sia tecnico che economico, tralasciando tutti quelli che sono i dettagli che invece danno stabilità e solidità ai progetti. Qui in Italia abbiamo spesso successi che però sono estemporanei, perché magari nell’immediato sono state fatte due-tre scelte giuste che però non hanno seguito, in quanto non è stata creata la base. Ancora peggio è quando si hanno grandi tonfi perché vengono immesse enormi somme di denaro in un progetto che non ha prospettivo oppure manca la base operativa. In entrambi i casi viene a cadere la progettualità dell’intento, cosa che non accade nel progetto Udinese Academy, in quanto vi è stata una solida programmazione, ed a testimonianza di ciò vi è un dato importante: quante società dilettantistiche sono fallite negli ultimi anni? Un numero considerevole, mentre il nostro progetto, con tutte le affiliate al seguito, continua a crescere”.

Udinese Academy è inevitabilmente un progetto sul medio-lungo termine, in quanto operate dai Pulcini agli Allievi Nazionali: vi siete posti degli obiettivi precisi, oppure attraverso un lavoro costante cercherete sempre di massimizzare le vostre possibilità?

“Qui entriamo nel merito proprio della qualità del progetto: questa è un’attività formativa sia a livello tecnico che umano, come dichiarato in precedenza, con la quale non si possono però prefissare obiettivi troppo alti e difficilmente raggiungibili circa il trasferimento dei ragazzi delle nostre affiliate al settore giovanile dell’Udinese, per il semplice motivo che non si possono creare false illusioni per questi giovani. Bisogna inserire nelle giovanili dell’Udinese quei ragazzi che potenzialmente possono diventare professionisti. Magari ciò potrà anche non succedere, ma vengono fatte valutazioni sulla base di caratteristiche possedute e che, coltivate in un certo modo, possono portare appunto al professionismo. L’obiettivo è trovare 2-3 ragazzi l’anno da inserire nel settore giovanile, lo scorso anno ne abbiamo trovati 6”.

 

In particolare da?

“Abbiamo preso cinque ragazzi la scorsa stagione dalla Campania, che è diventata per noi la prima regione satellite, dove siamo andati oltre il progetto affiliazione, ed abbiamo creato il primo Centro Tecnico Udinese: per intenderci, è come se ci fosse il settore giovanile dell’Udinese, a Napoli. Siamo davvero contenti del lavoro fatto, la Campania è un bacino di talenti davvero importante”.