ESCLUSIVA FS24 – Olivieri: “Pellegrini nato centravanti. Ha conservato capacità di stare in area di rigore"

26.09.2017 03:01 di Francesco Fedele   vedi letture
ESCLUSIVA FS24 – Olivieri: “Pellegrini nato centravanti. Ha conservato capacità di stare in area di rigore"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

 

Il 22 marzo 2015 Lorenzo Pellegrini fa il suo esordio nella vittoriosa trasferta della Roma sul campo del Cesena. In quel momento sembra aprirsi un ciclo, con la sensazione che quel ragazzo debba tornare lì, a casa sua. Fanno seguito due positive annate al Sassuolo, poi il ritorno a casa. Due spezzoni contro Atletico Madrid e Atalanta, la panchina contro l’Inter, LA partita contro l’Hellas Verona. Perché in maiuscolo? Perché questa sfida fa da collante con quella di Cesena: Lorenzo gioca dal primo minuto nello stadio dei suoi sogni, l’Olimpico. Grande prestazione, vittoria, il cerchio che si chiude. Eppure la chiave di lettura potrebbe essere quella opposta, perché quella contro gli Scaligeri potrebbe (e dovrebbe) essere il primo capitolo di un grande libro che racconterà della storia tra Lorenzo Pellegrini e la Roma. Di questo e molto altro parliamo in esclusiva per FootballScout24.it con Attilio Olivieri, storico talent scout che segnalò il classe ’96 ai giallorossi quando era ancora solo un ragazzino.

Esordio dal primo minuto all’Olimpico e grande prestazione.

“Lo stadio è quello che aveva sempre sognato, e posso assicurarti che per un ragazzo entrare all’Olimpico non è cosa da tutti i giorni. Nonostante ciò, Pellegrini sembrava un veterano, uno di quelli che ha già diverse stagioni alle spalle, e questo è dovuto alla grande personalità che possiede”.

La stessa personalità che alla prima competizione continentale, l’Under 21 giocato con l’Italia, lo porta a segnare un gol in rovesciata all’esordio. La vera forza di Pellegrini è quindi quella mentale?

“Hai centrato il punto. Tutto ruota attorno alla personalità. La capacità di fare certi movimenti, certe giocate, di prendersi determinate responsabilità nonostante la giovane età. Ho visto la partita contro l’Hellas Verona, Pellegrini è un giocatore che in campo sa ciò che fa”.

Quanto è stato ed è importante per lui Eusebio Di Francesco, il tecnico che lo ha lanciato da titolare in Serie A e che ha ora ritrovato alla prima occasione in una big?

“L’allenatore per un giovane conta, perché questi ragazzi hanno bisogno di una guida che li cresca, li istruisca e li migliori. Pellegrini secondo me ha grandi margini di miglioramento, ma già da quando era al Sassuolo è cresciuto molto sotto tutti gli aspetti: tecnico, fisico e mentale. Deve continuare su questa strada, migliorando ciò che già sa fare bene e correggendo parti del suo gioco che possono ancora essere limate. Lorenzo deve ancora esplodere, ed è questo che entusiasma, perché è un elemento che già oggi ha qualità davvero importanti, quindi potrà raggiungere grandi traguardi”.

Pellegrini nasce centravanti, ma la sua evoluzione tattica in campo lo ha portato verso altri ruoli.

“Quando lo segnalai alla Roma era appunto un centravanti, poi i giallorossi lo hanno spostato difensore centrale ed infine centrocampista, credo confondendogli le idee. Non ha però rimosso i propri inizi, dato che è rimasto un giocatore con ottima visione della porta e capacità di saper stare in area di rigore. Gli avranno anche arretrato il raggio d’azione, ma per me Pellegrini oggi resta un centravanti di manovra. Sai contro l’Hellas Verona chi mi ha ricordato in certe movenze?”.

Prego.

“Zinedine Zidane. Chiaramente con questo non voglio dire che Pellegrini sia Zidane, ci mancherebbe, ma in certe atteggiamenti, movimenti e giocate la sensazione che mi ha dato è stata quella. Un giocatore bravo con il pallone tra i piedi ma allo stesso modo capace di essere pericoloso con gli inserimenti. In particolar modo ho rivisto in lui l’ultimo Zidane, dato che il primo giocava leggermente più offensivo. Così come nel franco-algerino mi è capitato di rivedere a suo tempo il grande Alfredo Di Stefano, Pellegrini ha suscitato in me il ricordo di Zizou”.

Possiamo parlare di Pellegrini come il futuro della Nazionale, oltre che della Roma?

“Stimo molto Ventura, che ha nuovamente avviato un progetto giovani con la Nazionale dopo che con il precedente ciclo si era dato spazio ad altri elementi, interrompendo quanto aveva preso il via con Prandelli. Credo che Pellegrini possa essere il nome giusto per l’Italia del futuro, ma sono sicuro che il commissario tecnico avrà diversi altri giocatori da valutare”.

Chiudiamo con una parentesi su un altro calciatore che lei stima e conosce: Alessandro Florenzi, tornato finalmente a fare ciò che ama.

“Sono davvero contento di ciò, so quanto ha sofferto Alessandro. La mattina dopo la partita mi sono svegliato felice, sereno, perché questo calvario è finalmente terminato. Sai perché Florenzi è un uomo prima che un calciatore che merita il meglio? Perché quando scende in campo per fare il suo lavoro si guadagna la pagnotta, non è uno che ha mai preteso regali e mai gli sono stati fatti. Mette tutto quello che e, ti dirò, mi dispiace vederlo giocare terzino, perché Florenzi è un giocatore davvero tecnico ma di questo se ne parla poco. Ritengo che, se giocasse da centrocampista esterno o comunque con il proprio raggio d’azione avanzato rispetto a quello attuale, potrebbe essere ancora più decisivo”.