ESCLUSIVA FS24 – La Spisa: “Osservatore figura che si è evoluta. Sulla tecnologia…”

04.05.2017 19:21 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA FS24 – La Spisa: “Osservatore figura che si è evoluta. Sulla tecnologia…”
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

 

Conoscere, implementare, approfondire. Verbi tanto semplici quanto importanti nel mondo del calcio, soprattutto se con riferimento alla figura dell’osservatore. Come rappresentate di questa categoria tanto affascinante quanto, abbiamo raggiunto in esclusiva Andrea La Spisa, che in carriera ha collaborato con Reggiana, Alessandria e, ultimamente, Parma.

Come secondo lei si è evoluta la figura dell’osservatore negli ultimi anni? Adesso si guarda qualcosa di diverso?

“La figura dell'osservatore si è evoluta molto negli ultimi anni, ma soprattutto nell'ultimo decennio grazie alla tecnologia specialmente con l'avvento di Wyscout e altri portali simili. Ogni società lavora in modo differente, bisogna seguire le direttive del DS o del responsabile scouting. Non credo si possa dire che oggi si guarda di più il fisico piuttosto che la tecnica, dipende dalla squadra e per quale team si lavora. Si cerca anche di accontentare le richieste del mister. Se, ad esempio, preferisce un interno di centrocampo rapido e bravo nell'inserimento si vanno a cercare profili adatti a quel ruolo oppure se predilige un interno bravo nell'interdizione ma meno rapido nei movimenti si va a cercare un tipo di centrocampista totalmente differente”.

Quanto la tecnologia vi aiuta nel vostro lavoro e quando invece può essere paradossalmente un freno, in quanto con l’automatizzazione di certe parti della vostra professione “l’occhio” potrebbe quasi passare in secondo piano, o comunque non avere più ruolo preponderante?

“Per quanto mi riguarda sono sempre favorevole alla tecnologia, quindi ben venga "l'osservatore a video" ma serve assolutamente anche una seconda fase di osservazione sul campo. La prima fase, ti consente di osservare nell'arco di un anno molti più giocatori di quanto faresti facendolo solo dal campo, mentre la seconda fase può darti conferme di quanto già monitorato in precedenza e quindi rafforzare le tue convinzioni in fase di scelta del giocatore obiettivo”.

Come funziona il suo lavoro al Parma? Ha una particolare area di riferimento nella quale operare?

“A Parma sto finendo il mio lavoro durato due anni, lo scorso anno culminato con la vittoria del campionato e quest'anno con il raggiungimento dei playoff. Sono sempre stato da solo, quindi organizzavo tutto il lavoro e lo proponevo ai direttori Minotti e Galassi con i quali lavoravo a stretto contatto per quanto riguardava il calciomercato. Lavoravo principalmente a video, monitorando, osservando e archiviando i tre gironi di Lega Pro e i tre gironi del campionato Primavera in modo da arrivare a fine anno con un numero molto elevato di giocatori osservati. Più chiaramente tutti i giocatori che ci venivano proposti o segnalati. Più di 1000 giocatori all'anno circa. È comunque capitato di andare anche sul campo su richiesta esplicita dei direttori. Prima dei due anni a Parma, collaboravo con l'Alessandria facendo solo osservazioni sul campo. Come dicevo prima, dipende sempre dallo staff con cui lavori e dalle loro richieste. Essendoci diplomati a Coverciano come "Osservatore calcistico per società professionistiche" siamo stati preparati molto bene per ogni evenienza. Quindi, lavorare o a video o sul campo non fa nessuna differenza”.

Tra voi osservatori del Parma discutete? Magari anche un semplice confronto. Inoltre, come vi rapportate al capo osservatore ed in generale alla dirigenza? Dovete inviare report a cadenza temporale ben definita?

“Il confronto coi colleghi è sempre utile, non deve condizionare ma aiutare. E' giusto che un giocatore venga visto da più persone in modo da poter mettere in direttore sportivo nelle migliori condizioni possibili di poter scegliere. A Parma, con cadenza mensile facevo pervenire al mio direttore circa 20/30 report di partite monitorate e archiviate. Ad Alessandria, invece ogni domenica inviavo il report della partita odierna vista sul campo. Metodi differenti ma efficaci”.