ESCLUSIVA Fracchiolla: “Bari? Fatto un lavoro importante. Riportare i talenti a casa un obiettivo”

22.07.2016 18:37 di  Francesco Fedele   vedi letture
ESCLUSIVA Fracchiolla: “Bari? Fatto un lavoro importante. Riportare i talenti a casa un obiettivo”

 

Una squadra sicuramente ancora in cantiere, ma nove ragazzi della Primavera in ritiro è un dato importante, che di questi tempi va elogiato. Il Bari ha deciso di dare fiducia a tanti ragazzi del proprio settore giovanile che, in attesa di conoscere il proprio futuro, si stanno affacciando al calcio dei grandi. FootballScout24 ha raggiunto in esclusiva uno degli artefici di quest’ottimo risultato, ovvero Domenico Fracchiolla, ex Responsabile del Settore Giovanile dei pugliesi negli ultimi due anni.

La riforma è stata approvata: al termine della stagione 2016-2017, si partirà con la divisione in campionato Primavera 1 e Primavera 2, con promozioni e retrocessioni. Quanto questo influirà sul modus operandi dei settori giovanili? Si cercherà solo il risultato?

“Le squadre importanti già in questi anni hanno pensato molto al risultato, cercando di coniugare però oltre alla vittoria anche un gioco corale. Negli ultimi tempi stiamo però notando come più ragazzi riescano ad emergere sia nei professionisti in Italia che nei campionati esteri. Per quanto riguarda la riforma, a mio avviso penalizzerà però le piccole squadre perché giocheranno sempre tra di loro senza poter giocare contro compagini più blasonate. Il Bari, società con la quale ho lavorato negli ultimi due anni, al termine dell’ultima stagione si è posizionato diciassettesimo nel ranking e quindi può puntare, se fa un buon campionato, alla massima divisione Primavera”.

Questione circa la quale si è discusso fino alla nausea, ma vorremmo un suo parere: le Squadre B non sarebbero importanti per i ragazzi dei settori giovanili di piazze con pressioni importanti proprio come Bari? Queste aiuterebbero ad inserirsi gradualmente in un contesto così importante, soffrendo meno il distacco con la Primavera ma restando comunque nella propria società.

“Credo che le squadre B potrebbero mantenerle solo società con un determinato tipo di budget, ma in generale questa cosa si è aggirata negli ultimi anni prestando i propri ragazzi in Lega Pro e contribuendo nella maggior parte dei casi al pagamento dell’ingaggio del calciatore. Chiaramente il discorso cambia ulteriormente, volendo aggiungere qualcosa a quanto hai detto, in certi casi perché andando in prestito in piazze come Lecce o Foggia si hanno altre pressioni rispetto a giocare in una Squadra B dove si può crescere con più calma. Credo però sia un fatto di mentalità, bisogna vedere quanto si vuole puntare sui giovani e quanto questi sono importanti nelle proprie strategie, a prescindere dalla squadra B o da qualsivoglia manovra di crescita del ragazzo dentro oppure fuori casa”.

Vorrei parlare di un dato sorprendente che riguarda proprio il Bari: quella pugliese è stata la Primavera con il numero di stranieri tra i più bassi dell’intero campionato e, soprattutto, il numero di ragazzi baresi era di quelli importanti. Questa è stata una precisa scelta societaria?

“Il lavoro svolto sul territorio in questi due anni, cercando di setacciare in lungo e in largo le opportunità possibili con un raggio di azione di circa 100km da Bari, è stato importante, difatti avevamo ragazzi che viaggiavano anche da Brindisi e Barletta, ad esempio. Abbiamo deciso con la proprietà di puntare esclusivamente sui ragazzi del territorio, che sono stati la nostra forza, anche se comunque abbiamo avuto circa 10 giovani calciatori l’anno in convitto. L’obiettivo era portare qualche ragazzo di Bari in prima squadra. Questo programma però è stato articolato in diversi step, la prima mossa è stata quella di riportare a Bari coloro che erano andati a giocare fuori. Il lavoro fatto è stato premiato all’inizio di questa stagione dalla nuova proprietà, guidata dal presidente Giancaspro che, con il direttore Sogliano, hanno convocato ben nove componenti della scorsa Primavera in ritiro, di cui otto del nostro territorio. Il nostro è un bacino importante, il Bari deve fare in modo che nemmeno tre-quattro ragazzi l’anno vadano fuori a giocare in altri club, in quanto i biancorossi devono essere la prima scelta”.

Quanto ritiene che sia importante il lavoro di squadra tra tutti i membri dello staff del settore giovanile per seguire la crescita del ragazzo dai Pulcini alla Primavera?

“Il lavoro di squadra c’è in tutte le categorie. In questi due anni noi, più che pensare al lavoro sul campo, che spetta agli allenatori, ci siamo dedicati alla ricerca del giocatore. Personalmente ho spremuto i nostri allenatori, mandando da loro sempre ragazzi in prova, organizzando provini, partite amichevoli, al fine di ricercare sempre nuovi talenti. Lavoravamo spesso con l’allenatore della Primavera, che dava degli input di idee più che di modulo, in modo tale da avere delle linee guida per cercare talenti consoni al modo di giocare che ha poi espresso la squadra, e ciò si è visto quando due stagioni fa abbiamo raggiunto le Final Eight. Più che con un’unica metodologia, lavoravamo per idee. Un settore giovanile, per avere una prima citata metodologia efficace, deve avere continuità e lavorare con gli stessi uomini per diversi anni. Sono stati raggiunti risultati positivi in questi due anni, come la vittoria del campionato con i Giovanissimi Nazionali e la qualificazione ai playoff con gli Allievi nella stagione passata”.