Da Lucca all'Aspire Academy: Francesco Farioli si racconta a FS24

15.01.2016 03:03 di Francesco Fedele   vedi letture
Da Lucca all'Aspire Academy: Francesco Farioli si racconta a FS24

The Italian Job. A tanti non è nuova quest’espressione, che ultimamente è sempre più usata. Il motivo? Oramai sono tanti gli italiani che vanno all’estero ed emergono grazie alle qualità che da sempre ci contraddistinguono ma perché troppo poco sfruttiamo, nel calcio come in ogni altro settore. Ques’oggi siamo in Qatar, precisamente nell’Aspire Academy, una delle principali accademie calcistiche al mondo. Parliamo con Francesco Farioli, preparatore dei portieri alle prese con questa nuova esperienza e raggiunto in esclusiva da FootballScout24. Ecco le sue dichiarazioni:

Dicembre 2015, la tua vita cambia: si aprono le porte dell'Aspire Academy, una delle principali strutture giovanili al mondo e con molta probabilità la prima in Oriente. Raccontaci com'è nata questa possibilità!

“In queste sette stagioni come Allenatore dei Portieri ho avuto modo di partecipare a molti stage di aggiornamento, sia come relatore che come uditore e, ad uno di questi, ho conosciuto Jarkko Tuomisto, preparatore dei portieri finlandese ed in procinto di trasferirsi all'Aspire. È una persona molto dinamica e ci siamo subito scambiati via internet un sacco di idee e di esercitazioni. Poi a maggio del 2015 la prima richiesta: "Prepararmi il tuo CV tradotto in inglese”. C'era una posizione vacante e lui aveva pensato a me. Sono seguiti dei colloqui con la dirigenza, una visita al posto, la proposta e poi, qualche mese dopo, la mia decisione”.

 Circa 25000 ragazzi l'anno sono da voi, che fornite un programma che non è fatto solo di calcio giocato, ma che punta a far crescere questi ragazzini prima come persone che come professionisti. Raccontaci, se vuoi, quali sono i cardini del vostro lavoro, quali obiettivi avete ed i risultati perseguiti fino ad ora.

“I numeri in realtà sono un po' diversi. Nel programma Aspire vengono monitorati tutti i giocatori con passaporto qatariota (esiste una rete interna di scouting molto molto efficiente). I migliori vengono inseriti nel programma Full Time (dall'U12 all'U18 i gruppi si allenano 7 volte a settimana sul campo con gli staff Aspire e poi la partita con il proprio club.), poi ci sono altri ragazzi che fanno parte del programma Part-time (4 allenamenti pomeridiani) ed infine esiste l'external program, dedicato ai nuovi selezionati e a portieri sotto osservazione o in attesa di passaporto (1-2 allenamenti pomeridiani). Ma Aspire non è solo calcio, come giustamente hai detto c'è da creare anche la struttura umana, perché un calciatore di alto livello, se prima non è uomo, probabilmente rischia di andare incontro a problemi lungo la sua carriera. Oltre alla formazione in campo, Aspire Academy propone un grande lavoro di formazione didattica calcistica, con classi di lavoro, meeting ed esami settimanali. Poi, ovviamente, c'è la scuola internazionale. Un'organizzazione a 360 gradi, in tutto e per tutto”.

Come funziona invece con la Nazionale? Se non erro siete praticamente il braccio destro della Federazione.

“Riprendendo il concetto appena dichiarato, gli scout e i tecnici selezionano e, se un ragazzo viene scelto, si allena con noi tutta la settimana ma gioca con il suo club di appartenenza. Invece, per quanto riguarda la Nazionale, ci sono i raduni della nazionali giovanili, molto più frequenti e molto più lunghi, ma lo staff è tutto dell’Aspire ed i ragazzi che sono in Nazionale almeno per l’80% si allenano con noi. In poche parole cambiamo solo divisa, ma è come se lavorassimo tutto l’anno come Nazionale”.

 

Per un italiano, già di sé fattore rilevante in ottica calcistica, che conosce come le sue tasche il ruolo del portiere ed ha avuto la possibilità di ammirane di davvero forti, il Qatar è un'occasione per insegnare o imparare da un mondo totalmente diverso da quello occidentale (forse negli ultimi anni, sotto certi aspetti prettamente sportivi/economico/industriali, mica tanto)?

“A 26 ho deciso di affrontare questa esperienza perché l'ho immaginata come un Erasmus stipendiato. Qui lavorano dei tecnici con dei profili professionali pazzeschi (Manchester, Real Madrid, Monaco, Sporting Lisbona, Benfica, Barcellona, Psg, Psv) e il clima all'interno degli uffici di Aspire è qualcosa di unico: collaborazione, proposte, scambi di idee e di vedute, il tutto rafforzato da linee guida molto innovative, con una metodologia di lavoro veramente moderna. È chiaro che se sono qua, è per portare anche qualcosa di quello che ho imparato e rielaborato in questi anni ma, ribadisco, la mia scelta è relativa alla mia voglia di crescere e strutturarmi. Se non lo avessi fatto ora che sono ancora a metà tra i venti e i trenta, quando avrei dovuto farlo?”

 

Hai lavorato anche con la Lucchese per diverso tempo. Tralasciando l'ovvia differenza di budget e strutture, quali sono le differenze di approccio al lavoro tra l'Italia ed un paese in continuo sviluppo, non solo nel calcio, come il Qatar? 

“Due aspetti li hai già affrontati tu, e sono  quelli che tutti di primo impatto valutano. L'aspetto economico (nonostante a Lucca avessi il contratto federale, fortemente voluto dal Direttore Giovanni Galli) rappresenta sicuramente un aspetto prioritario e sarei un bugiardo a negarlo. Le strutture poi, riescono a stupire ancora di più del contatto che ti sottopongono. 12 campi in erba verdissima, ovunque, anche sulla porta. Materiale a volontà e di tutti i tipi, ufficio con doppio computer, stadio interno da 6000 posti. Per quello è un sogno.  Va ammesso. Ma ci sono anche tante difficoltà legate alla quotidianità, alla burocrazia iniziale e ad usi e costumi molto diversi dai nostri, il livello dei giocatori, e la poca attitudine mentale al lavoro. Poi è chiaro che da passare ad allenare portieri professionisti con esperienze in serie A e B italiana, e lavorare con questi ragazzi, la differenza sia abissale”.

Aspire Academy è nata e cresciuta in Qatar ma, che tu sappia, è in cantiere l'apertura di altre sedi europee e, soprattutto, renderebbero alla stessa maniera (o magari anche meglio, dato il livello tecnico che si presume possa essere superiore)?

“Esiste l'Aspire Football Dream in Senegal (grande qualità dei calciatori). Da qualche anno poi una squadra di Serie B belga ed una spagnola sono i nostri punti di riferimento per portare i giocatori in età di prima squadra per crescere ed affermarsi nel contesto europeo. Se una struttura ed una organizzazione del genere fossero in Italia o Spagna, si giocherebbero il Mondiale per i prossimi 30 anni. Ad oggi è utopia, ma chissà, quando rientrerò in Italia, spero che qualcuno abbia voglia di informarsi su che cos'è il calcio in Qatar ed il lavoro che c'è dietro. Proprio stasera, la nazionale olimpica U23 ha battuto la Cina, superandola per  3-1. Un paese di neanche due milioni di abitanti e senza grossa cultura sportiva, ha letteralmente schiantato una nazione che vanta UN MILIARDO di abitanti. Provate a prendere una mappa geografica e a sovrapporle, vi renderete conto che qui il Football Dream vive con noi. E come dice il motto dell'Academy: ASPIRE TODAY. INSPIRE TOMORROW”.