Carlo Manicone (Lugano): “Ambientamento non semplice al professionismo, ho scelto Lugano per la mia crescita”

02.08.2017 20:45 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: footballscouting.it
Carlo Manicone (Lugano): “Ambientamento non semplice al professionismo, ho scelto Lugano per la mia crescita”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

 

Dopo due buone stagioni ad Empoli ed un passato tra le fila del settore giovanile juventino Carlo Manicone, figlio dell’ex centrocampista di Inter ed Udinese Antonio, è pronto a tentare il salto nel calcio dei grandi.
Giocherà nel Lugano, formazione che militerà anche in Europa League e che ha già iniziato il campionato svizzero (finora due gare: una da rigiocare per maltempo ed una sconfitta).
Manicone non ha ancora avuto modo di scendere in campo nelle prime due gare.

Carlo, comincio col chiederti dopo pochi giorni di questa avventura a Lugano, quali sono le tue sensazioni e come ti stai trovando nel professionismo?

E’ stato importante tornare in Svizzera dove sono cresciuto, specie per il fatto di essere a Lugano, in una società che mi ha voluto fortemente e questo ha inciso molto sulla mia scelta. L’ambientamento in un calcio dei grandi non è semplice perchè ci sono altri ritmi e perchè il calcio svizzero non è proprio uguale al calcio italiano. I miei compagni mi hanno accolto bene e hanno aiutato il mio inserimento, che si sta ancora affinando.

Il fatto di essere cresciuto in Svizzera ti fa sentire più italiano o comunque sei legato a entrambi i Paesi?

Io sono italiano, però una piccola parte di Svizzera dentro di me c’è, essendo cresciuto qui sia calcisticamente che umanamente. Nel cuore, però, sono italiano.

Facciamo un salto alla tua esperienza ad Empoli. Il tuo contratto era in scadenza e non è stato rinnovato, spiegaci come mai.

Mi scadeva il contratto e ho preferito la soluzione Lugano. Pensavo che la mia crescita potesse essere migliore passando da Lugano, in una squadra che quest’anno giocava l’Europa League. Il tutto senza nulla togliere all’Empoli, in cui ho passato due anni bellissimi.

Nel panorama degli attaccanti del ’98 sei forse un po’ sottovalutato. Come mai secondo te?

Forse ti do ragione, però non è una cosa che mi tocca o mi preoccupa. Alla fine io cerco sempre di far parlare il campo e poi sono i numeri che parlano per me. Se uno va a vedere quello che ho fatto ho sempre fatto parlare il campo, quindi non è un problema. Poi così sto anche tranquillo e senza pressioni.

L’Empoli si prepara alla nuova stagione con alcuni tuoi ex compagni di Primavera presenti nella rosa della squadra. Quale di loro ti ha più colpito e chi potrebbe dire la sua entrando pian piano nei meccanismi?

A me ha colpito nell’ultimo anno Zini. Con lui mi sono trovato molto bene e fa sempre la differenza. Sembra piccolino fisicamente ma non lo è. Lui ed anche Buglio, che ha tutte le qualità per mettersi in mostra.

Dell’esperienza alla Juve che ricordi hai? Non hai avuto un po’ di rammarico per non essere stato preso in considerazione per gli anni di Primavera?

Sicuramente l’esperienza alla Juve è stata positiva ed ho un ricordo bellissimo. E’ stato un anno intenso ed io sono stato capocannoniere della mia squadra. Io cerco di vivere le esperienze nelle maniera giusta senza avere rimpianti. Secondo me non essere riscattato per essere mandato ad Empoli è stata la scelta giusta, che mi ha permesso di crescere dal lato personale e calcistico. Quindi nessun rimpianto e sola la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta.

Il fatto di aver un padre ex calciatore com’è? Ti dà anche semplici consigli per gestire la tua vita di tutti i giorni?

Io ho la fortuna di avere un padre ex calciatore, che ha vissuto in passato tutto ciò che io ho vissuto ora. Riesce a darmi consigli anche sulla mia vita personale e sul come gestirmi ed è ovvio che poi lascia fare le scelte a me.
Lui era uno molto professionale e mi da consigli per la vita di tutti i giorni. Da un punto di vista calcistico mio padre e mio fratello mi sono molto vicini e mi danno sempre i consigli giusti. Prendo i consigli di papà come quelli di un allenatore, di un ex calciatore e soprattutto di un papà.

Se dovesse arrivare Luca Clemenza al Lugano cosa penseresti?

Luca è una bravissima persona ed un bravo giocatore, l’ho conosciuto alla Juve. Nel calcio svizzero c’è tanta intensità ma ci sono anche un po’ più spazi rispetto a quello italiano. La cosa difficile è l’adattamento al tipo di calcio, ma poi si può fare la differenza.

Un’ultima domanda…Quali sono le principali differenze a livello di impostazione delle squadre?

Il campionato svizzero, visto dalle prime partite, è un campionato in cui le squadre si preoccupano molto di attacacre. L’intensità è veramente alta anche negli allenamenti. C’è buona qualità. Se non lo si conosce si può pensare non bene di questo campionato ma per me è davvero tra i primi cinque in Europa.