Ag. Fifa Cicchetti: “Il calcio italiano come un malato terminale"

21.10.2014 19:48 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Ag. Fifa Cicchetti: “Il calcio italiano come un malato terminale"

Gianfranco Cicchetti, agente Fifa e noto esperto di Calcio Internazionale, ha parlato in esclusiva a Milannews24 esponendo il suo pensiero sull’attuale stato del campionato italiano : “La Serie A, purtroppo, è una competizione di quarta fascia: attualmente il campionato inglese è una, due spanne sopra gli altri e anche laFrancia si sta avvicinando pericolosamente grazie anche all’apporto di Psg e Monaco mentre Portogallo e Belgio, fortunatamente, sono ancora lontani”.

La formula vincente: “In questo momento il calcio italiano è un malato terminale su cui vige un accanimento terapeutico. In Italia siamo destinati a dimenticarci la competitività con i Top Club europei per ancora molto tempo. Rispetto aGermania, Spagna e Inghilterra siamo dietro anni luce e purtroppo, il nostro, è un problema di mentalità, un fattore troppo difficile da modificare.
Bisognerebbe ripartire iniziando a concepire le società di calcio come vere e proprie aziende: per migliorare non basta la programmazione ed investimenti economici ma ben vengano gli investitori stranieri, i primi portatori di una mentalità aziendale.

Le riforme da attuare: “Punto primo, bisognerebbe ridurre le rose a 25 calciatori ed obbligare le squadre ad utilizzare 8 calciatori provenienti dal vivaio di cui 4 di nazionalità italiana; il secondo punto dovrebbe essere quello di cancellare il Campionato Primavera e creare un torneo Under 18  ed un campionato riserve”.

Il confronto con la Bundesliga: “In Germania, nonostante non ci sia alcun limite all’acquisto di stranieri, sono molto più avanti di noi perché lì, sin dal 2006, le squadre sono obbligate a creare un’accademia giovanile all’avanguardia. Per contraltare noi, nonostante i limiti imposti per l’acquisizione di giocatori dall’estero, abbiamo partite come Inter-Napoli con solo due italiani in campo. Sinceramente credo che della metà dei giocatori stranieri presenti se ne potesse fare volentieri a meno”.

Tre esempi italiani da cui ripartire: ” Empoli per il vivaio, Udinese per lo scouting e la Juventus per la programmazione. Anche la Roma sta lavorando bene in questo senso mentre le due milanesi ed il Napoli mancano completamente all’appello”.