L’elemento discriminante nella selezione del giovane talento

30.06.2017 08:23 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: www.calcioscouting.com
L’elemento discriminante nella selezione del giovane talento
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© foto di Diego Fornero/TorinoGranata.it

Quando si parla di giovane talento di prospettiva viene portato alla ribalta l’aspetto che da più enfasi e più lustro al giocatore: l’aspetto tecnico. L’avere particolare confidenza nella gestione del pallone, come ad esempio controllare e ammortizzare il passaggio di un compagno, effettuare un tiro in porta o guidare in velocità la sfera senza perderne il controllo, danno al Talent Scout (osservatore) la possibilità di esprimere un primo giudizio di base sul possibile talento.

Certo, anche le considerazioni di natura fisico atletica rivestono particolare importanza (basti pensare che valore viene data all’altezza nella selezione del portiere!): secondo gli “esperti” infatti, l’espressione della forza, evidenziata non solo come massa muscolare, ma anche come velocità di corsa o di esecuzione del gesto tecnico e motorio è un criterio selettivo importante per arrivare alla scelta. Avere una buona tecnica e un fisico prestante non sono però le uniche prerogative del giovane di prospettiva.

Altre caratteristiche individuali sono altrettanto importanti e da considerare, in particolare mi riferisco alla componente relativa alla personalità del giocatore e a quella comportamentale, quest’ultima meglio definita come tecnica applicata o tattica individuale. Tutti i punti sopra citati sono caratteristiche che vanno attentamente valutate nella selezione del giovane di prospettiva. In questo post mi soffermo sull’elemento che da motivo agli osservatori di scegliere il giovane più promettente: tale caratteristica è comune al campione affermato come al giovane talento e richiama un aspetto tattico (comportamentale), ossia l’espressione dei corretti TEMPI DI GIOCO.

Ma cosa sono i tempi di gioco? FARE LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO

Ad esempio: giusto timing di smarcamento per ricevere palla da un compagno in “zona luce”; effettuare un dribbling in area di rigore avversaria per andare al tiro in porta e segnare un goal; eseguire un passaggio in profondità sulla “corsa del compagno”, mettendolo nella condizione migliore per il proseguimento dell’azione; saper scegliere il tempo di intervento per contrastare un avversario proiettato a rete; saper temporeggiare in attesa dell’aiuto dei compagni di squadra in una situazione di pericolo per l’inferiorità numerica. Tanti esempi si potrebbero fare per dare risalto a questo nuovo approccio di valutazione da parte del Talent Scout. 

Un giocatore di prospettiva è, dunque, colui che esprime con armonia movimenti, gestualità, comportamenti tecnico-tattici nel modo e nei tempi corretti e, aggiungo, con “naturalezza“; durante le azioni di gioco sembra muoversi e giocare senza durare troppa fatica, rendendosi adattabile nelle diverse situazioni e valorizzando la propria identità “unica” di calciatore.

In una partita di settore giovanile, un buon Talent Scout deve porsi una domanda: il giocatore che sto osservando fa la differenza per il suo fisico possente, per le sue capacità condizionali, per la sua tecnica o per i corretti tempi di gioco?