La fortuna, i gol, le previsioni

10.09.2017 09:56 di Redazione FS24 Twitter:    vedi letture
Fonte: Claudio Damiani - www.mistermanager.it
La fortuna, i gol, le previsioni

Il caso è un elemento dominante in ogni partita di calcio;  vi può essere quanta più tattica di principio provata in settimana da un allenatore sulla propria filosofia di gioco e sulla base dei  dati desunti dalla performance analysis (ma anche no, nelle categorie inferiori), quanto più sono le situazioni impreviste che tendono a condizionare la natura di gol, l’entità di un risultato.

L’attività di uno scommettitore (o di un qualsivoglia giocatore di casino o casino online) si basa sulla sorte e se le partite fossero scontate nei loro epiloghi, nessuno scommetterebbe o avrebbe mai iniziato a farlo. Vi sono però dei fattori che “aiutano” in un certo senso a tentare di azzardare una o più previsioni in quanto si conoscono in anticipo: infortuni, squalifiche, ecc.

La situazione di classifica, la qualità di una certa rosa, lo stato di forma, la trance agonistica e altri fattori già menzionati, contribuiscono a determinare l’esito di una gara ma anche l’entità delle quote relative alle scommesse.

Ad esempio: la qualità di una squadra influenza fortemente il numero di tiri e un tiro ha una possibilità su otto di trasformarsi in gol.

Da ciò si dovrebbe dedurre che chi calcia di più verso la porta dovrebbe vincere…

Assolutamente falso: sono state prese in esame tutte le partite della Bundesliga, Liga Spagnola, Premier League e Serie A dal 2005 al 2011 scoprendo che la squadra che finalizza di più, vince meno della metà delle volte. (in media, il 47% delle squadre che tirano di più, vince; in Italia e in Germania il 45%).

Colleghiamoci per questo motivo alla recente introduzione dell’I.P.O (Indice di Pericolosità Offensiva, proprio per avvallare questa tesi.

E’ un coefficiente ideato dall’Azienda Sics, calcolato sulla somma di determinati eventi abbinati a un punteggio (calci d’angolo, cross effettuati con colpo di testa, occasione da gol, tiro da fuori area, tiri da dentro l’area, ecc.) che danno l’idea di quanto una squadra rispetto all’avversaria, sia stata più pericolosa, appunto, in fase offensiva.

La consultazione dell’I.P.O. Consente di rendersi conto di quanto una squadra attacca e si rende pericolosa ma non di quanto sia realmente in grado di vincere.

Nel campionato 2014-15 il Napoli aveva un Indice molto più alto di tutte le compagini di Serie A, ma lo scudetto lo vinse la Juventus; una squadra può schiacciare la rivale per 95′ ma può perdere la partita con un calcio di rigore come unico tiro nello specchio (e magari allo scadere!)

Inoltre: in quanti casi il gol è fortunoso o meno?

Ulteriori studi hanno evidenziato che il maggior numero di reti casuali è prodotto quando le due squadre sono sullo 0-0, ovvero quando osservano ancora la loro tattica di principio che non è ancora condizionata (tecnicamente e psicologicamente) dalla variazione del risultato iniziale che darà il via all’applicazione della tattica applicata.

In linea di massima la percentuale di reti considerate fortunate sono pari al 44,4%, con variazioni sottili legate al tipo di campionato e alla competizione (Lames 2006).

Poniamoci infine un altro tipo di questione fondamentale: quanto spesso, in relazione al tipo di sport la favorita vince?

Recenti studi eseguiti sulla base un campione di competizioni comprendente NBA, NFL, MLB (baseball americano), Bundesliga di pallamano oltre a Champions League, e le massime serie calcistiche Europee hanno fatto comprendere determinati tipi di tendenze:

nel calcio, la favorita vince poco più della metà delle volte;

nella pallamano, football americano, e nel basket circa i due terzi delle volte;

nel baseball per il 60% dei casi.

Ciò ci riporta quindi a quanto già affermato: il calcio è sport molto condizionato dalla sorte.

Oppure sono gli allibratori che non sono in grado di offrire quote reali e legate ai fattori caratterizzanti una o più squadre in un determinato momento?

In altri termini: può essere che nel calcio le favorite vincano meno spesso in quanto realmente meno favorite?

Può essere che non sempre le quote dei bookmakers siano in linea con la realtà?